11
Una scelta condivisa. Così l’hanno spiegata quelli dell’AIA il non aver designato neanche stavolta Daniele Orsato per una gara importante come il Derby d’Italia. Una condivisione interna – fanno trapelare dalla Capitale – e dettata dal desiderio di evitare possibili polemiche.

Tradotto: Rocchi & friends non se la sono sentita, neanche questa volta, di mandare il migliore di loro ad arbitrare Inter-Juventus, utilizzando la scusa della diplomazia. Il motivo vero, invece, è la paura che li assale ogni volta che sul calendario arriva quella partita e immaginano cosa comporterebbe la scelta di Orsato, che – lo sanno ormai anche i muri della sede di via Campania – non è gradito all’Inter.

Da quel 2018, da quel Derby d’Italia vinto sul filo di lana da Madama, da quel doppio giallo mancato a Pjanic dopo lo scontro con la Rafinha quando le squadre erano ancora sul 2-2. Stiamo comunque parlando, a ben sei anni di distanza, di una partita in cui solo la Juventus si giocava lo scudetto col Napoli, mentre l’Inter – distaccata di 25 punti e quarta in classifica – si contendeva con la Lazio l’ultimo posto Champions (poi ottenuto per differenza reti). Ma siccome Orsato, secondo la vulgata nerazzurra (e napoletana), con quella decisione impedì all’Inter non solo di vincere quella gara ma anche di pareggiarla, soprattutto – ed è l’aspetto ancor più grave – consentì alla Juventus di vincere un scudetto che sembrava essere stato compromesso la domenica prima dalla vittoria partenopea a Torino, da allora in poi è meglio che stia alla larga dall’Inter. Men che meno che arbitri di nuovo un Inter – Juve.

Infatti all’AIA sembrano ancora tutti spaventati dalle possibili conseguenze, fedeli probabilmente al mantra carraresco “per carità di Dio, domenica non si commettano sbagli a favore della Juve” pronunciato ad un designatore proprio prima di un Derby d’Italia del 2004. Errori che, ovviamente, domenica prossima dovranno evitare di fare anche Fabio Maresca, giudice di gara designato da Rocchi e Massimiliano Irrati al VAR, “il miglior varista d’Italia” a detta del designatore.

Quello che Lissone giudicò non fallosa la spinta di Bissek a Strootman in Genoa – Inter, e successivamente Rocchi inserì nella lista degli errori gravi commessi dal VAR. Irrati è anche quello che 2 anni prima, proprio in un Juve-Inter, non assegnò un rigore netto ai bianconeri per uno step-on- foot di Bastoni su Zakaria sulla riga dell’area di rigore (e da Lissone gli fecero da sponda dicendo di non possedere un’immagine chiara della posizione geografica di quel pestone).

Al di là comunque della scelta caduta su Maresca e Irrati, è davvero paradossale, per non dire comico, che dopo 6 anni da quell’episodio incriminato ad Orsato venga ancora interdetto di dirigere una partita così importante, lui che ha arbitrato una finale di Champions e una semifinale dell’ultimo mondiale in Qatar.

Per giunta, in una stagione a dir poco catastrofica per i fischietti nazionali e in cui proprio Orsato è stato quello meno contestato. Si preferisce, insomma, non mandare ad arbitrare la partita più importante dell’anno al miglior arbitro a disposizione piuttosto che sentirsi poi le critiche dell’opinione pubblica (il noto “sentimento popolare”), i commenti dei media, magari il mal di pancia dell’Inter. Che una volta chiamava i designatori per invitarli a designare il migliore su piazza proprio per Inter-Juve (“Metti dentro Collina!”) e adesso il migliore non lo vuole. E all’AIA se ne guardano bene dal mandarglielo. Definite voi tutto questo con una parola.