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Prima notizia: alla Juventus non è più vietato pronunciare la parola scudetto. Seconda notizia: Vlahovic e Chiesa non si sa ancora se partiranno titolari contro l’Hellas Verona. Commentiamo la prima. È già un passo avanti rispetto a soltanto una settimana fa, quando Allegri ripeteva quasi in loop ad ogni conferenza stampa che l’obiettivo principale in casa Juve, per questa stagione, era qualificarsi alla prossima Champions
Nessuno in società lo contraddiceva e neppure gli ha mai chiesto di rettificare, perché erano e restano tutti allineati con il pensiero dell’allenatore. A cominciare dal padrone. Ad andare controcorrente erano solo i tifosi, gli unici rimasti a ragionare sempre in grande, come dovrebbe essere la regola alla Juventus. Dopo però l’importante (e per certi versi inattesa) vittoria a San Siro contro il Milan, anche Max ha finalmente sdoganato quella parolina lì, seppur con le dovute precauzioni. “Nessuno la vuole ricacciare indietro la parola scudetto", però, ha chiarito, “bisogna avere chiaro l’obiettivo che è la Champions, dopodiché faremo le valutazioni del caso”. Che significa: prima ci si assicura la qualificazione europea, dopodiché – se si continuerà a restare nel gruppo di testa – si potrà fare un pensiero anche al tricolore. Che adesso non viene più escluso a priori. Una piccola svolta.
E per arrivare a fare questo, Allegri ha indicato anche la strada: restare compatti, focalizzati sull’obiettivo e vincere soprattutto con le piccole. Tipo domani con il Verona. “Abbiamo il dovere di farlo”. Sarà vietato rilassarsi e viaggiare ancora sull’onda dell’euforia per la vittoria con il Milan, “vedremo se l’esperienza con il Sassuolo ci ha insegnato qualcosa”. Ma stavolta il tecnico bianconero non ha insistito tanto come prima della gara con il Sassuolo, segno che in allenamento e in spogliatoio non ha registrato la stessa aria svagata di allora. Se però la Juventus non vincesse con il Verona, allora bisognerà riavvolgere il nastro e tornare a ragionare in piccolo, perché significherà che la squadra non sarà ancora pronta per il salto di qualità tanto atteso.
Con l’Hellas non esistono quindi alternative ai 3 punti, per consolidare la posizione in classifica, tornare ad assaporare il gusto di stare in testa anche per poche ore (non succede da un paio di stagioni, ndr.) e coltivare l’ambizione di giocarsi il tricolore fino all’ultima curva. Per battere la squadra di Baroni serviranno i gol, però ancora non si sa con quale attacco verrà affrontata, perché Vlahovic e Chiesa restano in dubbio. Eppure, anche stavolta, Allegri ha detto che la squadra “sta bene”, a parte quei due lì. Entrambi non ancora recuperati a pieno. Infatti il tecnico livornese ha già premesso che non sa se partiranno loro in attacco dall’inizio. E a meno che non sia pretattica (con il Verona?), difficilmente lo saranno.
Di quanto tempo ancora hanno bisogno questi 2 giocatori per tornare alla piena efficienza? E soprattutto Chiesa, che cos’ha? Allegri non lo dice e nessuno alla Juve è autorizzato a spiegarlo, ma l’enigma resta. E se si vuole puntare al bersaglio grosso, Chiesa è imprescindibile. Così come serviranno i gol di Vlahovic, fermo alla doppietta con la Lazio. Dopo aver perso per strada due centrocampisti (Pogba e Fagioli), questa Juve non può fare a meno di Federico e DV9, altrimenti - Bologna docet - diventa complicato battere pure le piccole, e tornare a pronunciare la parola scudetto.