Orsato, purtroppo per lui, si porta addosso la nomèa popolana di essere un fischietto pro Juve. Un’etichetta appiccicatagli dai tifosi interisti insieme a quelli napoletani, con la complicità delle Iene, dopo quell’Inter–Juve del 2016, causa quel doppio giallo non dato a Pjanic e che – secondo la vulgata – avrebbe fatto perdere la partita all’Inter e lo scudetto al Napoli. Non solo, è pure quello che nell’ultimo Juve-Roma fece come Serra: non diede il vantaggio ai giallorossi, annullando loro una rete e assegnandogli un rigore, poi sbagliato da Veretout.
Se ne sono ricordati in tanti, forse troppi, e magari – ma è solo una supposizione, sia chiaro – si è preferito evitare un nuovo incrocio tra Orsato e la Juventus, con di mezzo pure il Milan, ancora risentito per l’ultimo arbitraggio di Serra. O magari non se l’è sentita Orsato stesso di arbitrare una gara così delicata dopo quanto accaduto lunedì scorso al Meazza e ha dato forfait. Oppure sta davvero male. Alla fine, Milan–Juve la dirigerà un altro.
E sarà comunque un arbitraggio complicato per chiunque, causa appunto “effetto Serra”: dovesse mai il direttore di gara prendere una decisione sfavorevole al Milan, diranno che esiste un accanimento contro la squadra di Pioli e che – nonostante le scuse (seppur non ufficiali) fatte dopo la gara con lo Spezia – l’AIA vuole fargli perdere lo scudetto. E, ovviamente, aiutare la Juventus a risalire in classifica.
I medesimi timori, però, potrebbe averli la Juve, ovvero di dover pagare sulla propria pelle l’errore di Serra a danno del Milan. Tra l’altro: un gol annullato a gioco fermo. Aggiungo: con la discrezionalità, consentita dal regolamento arbitrale, di poter fischiare un fallo e non assegnare il vantaggio. Proprio per questo le scuse di Serra e del delegato Aia Gervasoni le ho trovate eccessive, oltre che fuori luogo.
Il Milan n’é uscito però come la vittima (nonostante 2 gol presi da polli dallo Spezia), quindi, guai adesso sbagliare di nuovo. Soprattutto in Milan–Juve. Infatti c’è già chi sui social – quasi come mònito - ha riesumato il gol di Muntari del 2012, anche se oggi con goal-line technology e Var è impossibile si possa verificare un episodio come quello. Così come, altrettanto, non potrebbe più essere annullata una rete regolare come quella di Matri in quella medesima partita, e che in tanti dimenticano. Tifosi e addetti ai lavori. “Eh, ma il gol di Muntari era clamoroso, quello di Matri questione di millimetri” si giustificano. Già, ma 1 vale 1. Metri o millimetri che fossero, entrambe le reti avrebbero dovuto essere convalidate. “Avessero dato il gol a Muntari – replicano - la partita sarebbe finita 2-0”. E chi glielo dice?
Roba vecchia. L’attualità è che domenica sera si gioca un altro Milan–Juve, che non arbitrerà più Orsato ma Di Bello, con un unico imperativo: vietato sbagliare. L’auspicio è che non diriga col terrore. Potrebbe venirne fuori un disastro.