Locatelli andrà alla Juventus perché il giocatore vuole solo la Juventus. Siamo sicuri? L’unica certezza, in questo momento, è che il Sassuolo continua a chiedere 40 milioni e non si schioda da quella cifra, e i possibili compratori li ha. Carnevali, per i buoni rapporti con la società bianconera nonché con la famiglia Agnelli – alla quale non dispiacerebbe un domani portarselo in casa – sta tenendo aperto uno slot preferenziale a Madama, si è reso disponibile a trattare col neo ds juventino Cherubini possibili formule di pagamento, ma la richiesta per il cartellino non cambia. E se da Torino non dovessero avvicinarsi in maniera significativa a quella somma, il Sassuolo virerà su altri acquirenti, pronti a versare anche in un’unica soluzione i soldi richiesti. Con buona pace dei desiderata del giocatore.
Ovviamente quest’ultimo è uno scenario che la Juventus proverà a scongiurare, resta però un dato di fatto: anziché fare passi avanti, nella trattativa si stanno registrando passi indietro. Perché alla Continassa dispongono di un budget parecchio limitato per questa sessione di mercato estivo, per nulla foraggiato da possibili cessioni, e pensare di fare leva solo sulla voglia di Juve di Locatelli per abbassare le pretese del club emiliano alla lunga potrebbe rivelarsi una strategia perdente.
È vero che calciatori & procuratori possono indirizzare delle operazioni, ma fino a un certo punto, soprattutto quando il giocatore non si sta avvicinando alla scadenza di contratto, che nel caso di Locatelli è fissata al 2023. La Juve sta provando a forzare la mano, offrendo fino a 30 milioni in 2 anni più 7 di eventuali bonus (totale 37) e giocando sul placet del calciatore, col rischio però di far innervosire il Sassuolo e far saltare un’operazione che a giugno sembrava praticamente chiusa. Poi c’è stata la vetrina europea, il buon rendimento di Locatelli quando è stato utilizzato da Mancini, l’interesse reale di club esteri che hanno rimischiato le carte, e adesso la Juventus non sembra più in una posizione di forza assoluta: può contare sul gradimento del giocatore, ma ha pochi soldi da mettere sul piatto. Ed è sempre la pecunia a fare la differenza e orientare le trattative.
Può permettersi la Juventus di giocare d’azzardo, provando fino all’ultimo a strappare le condizioni d’acquisto a lei più favorevoli, col rischio di perdere un centrocampista giovane, italiano e di talento, avendo al momento come unica alternativa a buon mercato il rientro dell’usato sicuro Pjanic? Un conto sarebbe ri-aggregare alla rosa solo un giocatore d’esperienza come il bosniaco, che non avrebbe problemi d’ambientamento sia coi compagni sia con l’allenatore, un altro sarebbe però farlo in parallelo con un nuovo innesto, assolutamente necessario, come appunto Locatelli. Inseguito dal club bianconero da almeno un paio di stagioni ma per il quale non si è mai deciso di affondare il colpo, forse perché alla Continassa non erano completamente convinti sulle qualità dell’ex milanista.
Quel momento è adesso: ora o mai più. Per non aggiungere al rimpianto del mancato acquisto di Donnarumma (pure quella una trattativa che sembrava già chiusa) anche la rinuncia a Locatelli per il rilancio del reparto di centrocampo, già povero di suo e che dovrà fare a meno di Arthur almeno fino a metà ottobre. L’ultima volta che la Juventus rinunciò ad un altro centrocampista italiano di assoluta prospettiva (poi confermata sul campo) fu Barella, la penultima Verratti, soffiatogli dal PSG per una manciata di milioni in più. Il copione potrebbe ripetersi pure stavolta, con Arsenal o Borussia Dortmund, se Cherubini dovesse ostinarsi a tirare troppo la corda. Le probabilità che si spezzi sono elevatissime, e la Juve non può permetterselo perché Locatelli le serve come il pane. D’accordo, non è ancora un top nel suo ruolo, ma sta crescendo, e quelli più bravi di lui costano cifre che questa Juve al momento non può permettersi.