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Quaranta punti di penalizzazione. No trenta. Però forse i quindici già tolti dalla CAF verranno restituiti il 19 aprile dal CONI. Su giornali e tv è partito il sanzionometro e chi azzecca per primo la pena esatta che verrà inflitta prossimamente alla Juventus per le altre tranche dell’inchiesta condotta dalla giustizia sportiva in parallelo con quella penale. A cominciare da quella sugli stipendi e i compensi agli agenti, che il procuratore federale Chiné si accinge a chiudere a breve. 

E non si fermerà qui, perché poi dovrà chiudere il terzo filone, quello relativo alle partnership con gli altri club, e non si è ancora capito se lo farà entro questa stagione o lo rinvierà alla prossima, dovendo esaminare anche il materiale d’indagine che sei procure ordinarie stanno raccogliendo su altri club. 

Insomma, un calvario senza fine per la Juventus, che appassiona le tifoserie rivali e angoscia sempre più quella bianconera, la quale non ha ancora capito che fine farà la propria squadra. 

Una cosa però il tifoso juventino l’ha capita, ed anche bene, a prescindere dalle eventuali colpe che verranno accertate nei confronti degli ex dirigenti bianconeri : per soddisfare il solito “sentimento popolare” - che viaggia in parallelo anche col “sentimento” di alcuni giudici sportivi - verrà colpita (ed anche duramente) solo e sempre la Juventus. Gli altri club? Si vedrà. Per quelli ci sarà sempre tempo in futuro. Prima bisogna estirpare tutto il marcio che c’è alla Continassa e fargliela pagare cara a quelli di Torino, come chiede a gran voce il tribunale del popolo sui social. 

Un tribunale per natura forcaiolo al quale interessa poco sapere che plusvalenze e partnership tra club esistono da quando è nato il calciomercato, e su queste vive e prospera. Per la cronaca, dal 2000 ad oggi Milan e Genoa hanno effettuato tra loro ben 53 operazioni, tra acquisti e scambi di calciatori, per un ammontare complessivo di 65 milioni. Che diventano 77 se si vanno ad esaminare le tante operazioni effettuate sempre dal Genoa anche con l’altro club di Milano, l’Inter. E ammontano a 57 milioni se si vanno a prendere quelle avvenute tra Roma e Napoli. 

Già, ma secondo la vulgata popolare, che si ciba delle veline di tribunale pubblicate sui media e interpretate ad minchiam, la Juventus avrebbe creato un sistema di amicizie tali da avvantaggiarsene più degli altri. Ma non è così. 

Solo nel triennio 2018/21, gli scambi tra la Juve e gli altri club è stato inferiore a quello prodotto dalle altre big: 177 milioni totali contro i 267 dell’Inter, i 233 del Milan, i 235 della Roma e i 183 del Napoli. 

La Juventus rientrava lei stessa, per esempio, tra gli “amici” del Milan, che coi bianconeri aveva fatto acquisti per circa 80 milioni. Però al club rossonero non si fa accenno nell’inchiesta Prisma, così come di tutte le altre big, nonostante questi dati (ufficiali e a disposizione della FIGC) parlino chiaro. 

Per i magistrati di Torino e per il procuratore federale Chiné solo la Juventus, col ricorso alle partnership, ha “posto in pericolo la lealtà della competizione”, chiedendo trattamenti di favori e piaceri ad Atalanta, Sampdoria, Sassuolo, Bologna, Cagliari. Che a loro volta li chiedevano alla Juve, perché il calciomercato funziona così dalla notte dei tempi. E in Federazione lo sanno tutti, da Gravina a Chiné. Ma come per Calciopoli, anche stavolta sta prevalendo il sentimento antijuventino. Del popolo, ma anche di chi sta dentro le istituzioni sportive. È più di un’idea, ma può sempre essere smentita con deferimenti e sentenze giuste, non da tifosi.