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Prima la negligenza di Pogba, adesso la ludopatia di Fagioli. Entrambi sono ora a rischio di una pesante squalifica per le loro leggerezze, anche se andrebbero chiamate in un altro modo. Uno ha assunto un integratore dopante senza essersi consultato prima con i medici della Juventus ma con un amico, l’altro ha il vizietto del gioco (ed è padrone di avercelo) ed ha ammesso di avere anche puntato su partite di calcio, cosa vietata per i tesserati Figc. Per giunta, su piattaforme illegali. Eppure tutti e due sono maggiorenni – uno è pure padre di famiglia – sono dei professionisti e si suppone fossero a conoscenza delle regole su doping e  scommesse. Lederle è da sciocchi, oltre che da irresponsabili. Anche Buffon scommetteva, ma in tabaccheria e non sul calcio.  

Per la Juventus significa perdere due centrocampisti della rosa in un colpo solo. Tra l’altro, in un momento contingente non particolarmente roseo per il club, che la scorsa estate non si è potuta nemmeno permettere di fare mercato per le note problematiche finanziarie. Non le sarà possibile nemmeno cederli durante la finestra invernale perché nessuno sarebbe interessato ad acquistare dei giocatori squalificati per chissà quanto tempo. Pogba rischia fino a tre anni, Fagioli – grazie all’autodenuncia – magari qualcosa in meno.  

Ma ha poca importanza: che quest’ultimo venga fermato 6 mesi, 1 anno o appunto 3, la squadra dovrà comunque fare a meno di lui per parecchio tempo e sarà quindi costretta a rimpiazzarlo con qualche altro ragazzo della Next Gen (potrebbe essere Comenencia) privo di tutto quel mini bagaglio d’esperienza che Fagioli aveva già accumulato tra Cremonese e prima squadra bianconera. Era uno dei giovani in crescita, prossimo anche alla convocazione in Nazionale, ci puntava Allegri e aveva destato l’interesse del CT Spalletti. Tutto già finito, per un vizio che non ha saputo tenere a freno, al punto da rovinarlo. 

Bisogna capirlo? Supportarlo? Aiutarlo? Questo è lavoro di psicologi e assistenti sociali. Non di chi deve solo prendere atto di un problema creatosi all’improvviso all’interno di un club e commentarlo per quello che è: un danno, appunto. Grave. Perché sottrae all’allenatore un altro giocatore al reparto di centrocampo della Juventus, che già non brilla di suo per eccesso di qualità.  E poi perché inevitabilmente sporca l’immagine di una società, all’interno della quale sembra si sia perso il controllo su tutto. Da club perfetto, “un collegio di gesuiti” come lo definì una volta Fabio Capello, ad un gran casino. Dove ognuno fa quello che gli pare e lo si viene a sapere solo a cose fatte. La Juventus di Boniperti, ma anche quella di Moggi, erano altra cosa. Questo non significa che qualcosa non succedesse anche in quegli spogliatoi, ma qualcuno arrivava sempre in tempo a tamponare. Soprattutto c’erano regole societarie alle quali ci si doveva attenere per poter continuare a stare alla Juventus. Altrimenti eri fuori.  

Il fatto che sia poi un personaggio discutibile come Corona a divulgare in anticipo e col contagocce i nomi dei giocatori sotto inchiesta e gli inquirenti si muovano di conseguenza andando a Coverciano, è altrettanto di una gravità inaudita, e riapre l’annoso dibattito sulle continue fughe di notizie dalle Procure e sui modi in cui opera la giustizia in questo Paese, a tutti i livelli. Ordinario e sportivo. In una parola: scandaloso. Tanto quanto permettere a Corona di dire quali pene andrebbero comminate ai club: la retrocessione della Juventus è pura invenzione sua, probabilmente perché se la augura. Come i tanti che, inevitabilmente, gli danno credito.  

Pogba & Fagioli. E’ finita qui? Non pare, perché ci sarebbe anche un altro giocatore (di secondo piano) della Juventus coinvolto. Di male in peggio. In tutta franchezza, non se ne può più.