Il personaggio in questione è Giampiero Ventura, l’ex CT della Nazionale ricordato universalmente per la mancata qualificazione dell’Italia ai mondiali di Russia (un’onta indelebile) e che per cinque anni allenò anche il Toro. Come succedeva già per la buonanima di Gigi Simoni prima di ogni derby d’Italia, sono andati a intervistarlo apposta prima del derby torinese. E lui si è scatenato.
“I derby persi per merito degli juventini furono pochi, tanti li perdemmo per degli errori arbitrali clamorosi”. Ed è partito l’elenco: il rigore non dato a Jonathas e quello “visto da tutta Europa” su El Kaddouri, il gol annullato a Maxi Lopez, le mancate espulsioni di Bonucci e Alex Sandro, e chi più ne ha più ne metta. “Ci fosse stato il VAR avremmo vinto almeno 5 o 6 derby”, ha dichiarato sicuro Ventura, per la gioia dei tifosi granata. Perché un modo per giustificare un’unica vittoria nella stracittadina subalpina negli ultimi 26 anni bisogna pur trovarlo, e allora ci si aggrappa agli errori degli arbitri, sempre se di errori si può parlare. Eggià, perché chi stabilisce che lo fossero davvero? Ventura? O tutti quei tifosi granata che sui social pubblicano video che documenterebbero, secondo loro, tutte le nefandezze arbitrali commesse nei derby dell’ultimo trentennio? Perché ovviamente, per loro come per Ventura, non esiste alcun merito da parte della Juventus ad averne vinti 23 su 31 dall’inizio del terzo millennio, c’è riuscita solo grazie ai favoritismi arbitrali.
Facciamo un piccolo ripasso sulle recriminazioni venturiane: la trattenuta di Jonathas nel derby 2013 la vide solo chi lo aveva perso, il solarissimo contatto tra Pirlo e El Kaddouri nel 2014 sapeva tanto di simulazione “vista da tutta Europa”, il fuorigioco di Maxi Lopez è quello più discutibile, ma stiamo parlando di una stracittadina persa dal Toro per 4-1. Ah già, ma sempre secondo Ventura in quella partita avrebbero dovuto essere espulsi Alex Sandro (doppio giallo non dato) e Bonucci (per la testa appoggiata sulla fronte di Rocchi, che poi risultò essere un’illusione ottica) e quindi, in 11 contro 9, quel derby lo avrebbe vinto senza alcuna ombra di dubbio il Toro. Così come non avrebbe perso tutti gli altri, soprattutto quelli al novantesimo con le reti di Pirlo e Cuadrado. “Quelli – dice Ventura – lasciamoli proprio stare: in entrambi avemmo delle occasioni nitide per passare in vantaggio, e invece fummo puniti”. Se solo le cronache venissero riportate per quelle che furono, di occasioni ne ebbe pure la Juventus. Eppoi, non è che un gol all’ultimo secondo vale, ed è bello, solo se lo ha fatto Serena, come capitò nell’84, e se invece lo ha segnato Pirlo è solo fortuna.
“Sono tutti episodi che fanno ancora male”. Certo, al calcio. Perché rimettono in circolo polemiche e convinzioni che non avrebbero ragione di essere e che, ad anni di distanza, Ventura non avrebbe dovuto nemmeno ritirare fuori. Non si tratta di occultare, ma di non voler ridurre a tutti i costi il calcio a pattume solo per non voler ammettere la superiorità dell’avversario. Ventura di derby ne giocò nove: ne perse 8 e ne vinse 1. Un bel tacer non fu mai scritto.