Lo si era già notato nei primi allenamenti a Torino e in quelli statunitensi e se n’è avuta la conferma nell’oretta giocata contro il Milan: corsa, scatti, ricerca costante dell’1 vs 1, tiri, assist per il gol di Rugani. Quasi tutto il campionario della casa mostrato alla platea americana, ma soprattutto ad Allegri e alla dirigenza bianconera. Qualora nella testa di alcuni di loro ronzasse ancora il dubbio se tenerlo o sacrificarlo sull’altare del bilancio. Un’ipotesi da cancellare in via definitiva, perché questa Juve non può prescindere da Chiesa. Anzi, se esistessero ancora gli incedibili – categoria che sembra essere scomparsa alla Continassa – lui sicuramente lo è.
Perché ha soltanto 26 anni e il seppur grave infortunio al ginocchio non ne ha cancellato il talento. Il debutto stagionale di Carson ha dimostrato che quello è rimasto intatto e sta rifiorendo, come capita soltanto ai campioni autentici dotati di pedigree. Vedi - per esempio- Alessandro Del Piero, pure lui vittima nella sua carriera di un simile incidente traumatico patito da Federico. E rispetto ad Alex, Chiesa junior sembra stia recuperando addirittura con maggiore velocità (DP ci impiegò 2 anni per ristabilirsi completamente).
Chiaro poi che un’amichevole, tra l’altro l’unica giocata finora dalla squadra di Allegri, non è sufficiente per sancire che il giocatore è definitivamente recuperato, ora servirà continuità di rendimento nelle prossime prestazioni, però le premesse sono più che confortanti.
Sarebbe altrettanto opportuno crederci da parte del club e trasmettergli fiducia, anziché continuare a tenere aperta l’eventualità di una cessione al giusto prezzo. Un club come la Juventus non può ragionare solo in funzione della contabilità, per quanto questa necessiti di essere risistemata, ma deve farlo anche in prospettiva a lungo termine. E Chiesa rappresenta il fuoriclasse – perché tale è Federico – su cui costruire la squadra del prossimo quinquennio, senza se e senza ma. Smettendola una volta per tutte di far filtrare all’esterno il concetto del “se arriva la giusta offerta, se ne potrebbe parlare”. Un ragionamento che può magari valere per qualsiasi altro componente della rosa bianconera attuale, ma non per Chiesa. Da coccolare e proteggere, non da svendere al miglior offerente. Perché stiamo parlando di un calciatore di categoria superior. Probabilmente del più forte presente in squadra e che – tra l’altro – non se ne vorrebbe assolutamente andare da Torino.
Giuntoli tutto questo lo sa, gli altri non lo si è ancora capito.