Ormai, grazie a chi si ostina a fare tutti i giorni i conti in tasca alla Juve e puntualmente li sbaglia, sta passando il messaggio (sbagliato) che alla Continassa non abbiano più un euro in cassa e non possano fare mercato. Non è così, ma tanto ripetere che – grazie all’alleggerimento dei vincoli Uefa causa Covid – il rosso in bilancio sarà molto inferiore alle cifre inizialmente previste e che, in teoria, quest’estate non esistano limiti di spesa imposti dal FPF è tempo perso. Non lo capiscono (o non lo vogliono capire) e così si alimentano fake news a go-go. E allora passiamo oltre, occupandoci piuttosto di ciò che sta facendo Paratici, al suo terzo mercato (calcolando pure l’ultima sessione invernale) senza Marotta.
LA RICOSTRUZIONE - L’estate scorsa il CFO bianconero aveva provato a vendere una decina di componenti della rosa, piazzandone a malapena un paio: Cancelo e Spinazzola. Quest’estate lo scenario sembra il medesimo, con un analogo numero di giocatori messi in vendita e nessuna certezza di riuscirci pure stavolta. Perché in tanti continuano a puntare i piedi (Higuain, Khedira, Rugani, persino De Sciglio) e Paratici non riesce a convincerli a levare le tende. Per una ragione molto semplice: nessuno di loro vuole rinunciare ad un contratto talmente ricco che nessun altro club è in grado o vuole pagargli. L’errore di fondo è averglieli sottoscritti.
ECCESSI - Rimprovero al quale il dirigente juventino potrebbe rispondere così: se non gli fossero state offerte certe cifre, certi giocatori si sarebbero accasati altrove. Ragionamento che potrebbe essere accettato per il Pipita, strappato al Napoli nel suo momento d’oro, ma non per parametri zero come Rabiot e Ramsey, strapagati rispetto al loro effettivo valore. Così come sono tanti i 3.5 milioni dati a Rugani, a tutti gli effetti una riserva ed ora estremamente complicata da cedere.
NON CI SIAMO - La data del raduno è fissata per lunedì prossimo, ma l’impressione è che alla Continassa si presenteranno i soliti noti, soltanto con Pjanic e Matuidi in meno e Kulusevski e Arthur in più. Mentre per affrontare la nuova stagione mister Pirlo avrebbe bisogno di una rosa rinforzata in ogni reparto. Occorrerebbero un terzino destro affidabile, perché tra Danilo e De Sciglio non ne fanno uno (e non si può nemmeno continuare a snaturare un’ala pura come Cuadrado), un paio di centrocampisti – in quanto Khedira non offre più garanzie dal punto di vista fisico e la coppia Ramsey/Rabiot ha mostrato troppi punti interrogativi - e ovviamente un centravanti.
PARATICI RISCHIA - Vero che il mercato terminerà il 5 ottobre, ma il campionato (a meno di un rinvio causa coronavirus) partirà il 19 settembre. Cinque settimane basteranno a Paratici per allestire una rosa competitiva? Sbarazzandosi pure di tutti gli “esuberi”? La scorsa estate non gli furono sufficienti tre mesi, e alla fine non ci riuscì. Non dovesse farcela pure stavolta, le sue azioni potrebbero vertiginosamente precipitare e l’ombra di Federico Cherubini allungarsi. O la Juve andare addirittura su un nuovo DS (piace molto Sartori, ammesso che l’Atalanta se ne privi).
CONCLUSIONE - Di sicuro il margine d’errore concesso a Paratici, dopo il flop Sarri, è molto basso, al di là delle dichiarazioni di facciata della presidenza. E dall’esterno l’impressione è quella di un DS juventino in evidente difficoltà, oltre che parecchio in confusione. A cominciare dal rinnovo con Dybala, che non arriva mai e che non sembra nemmeno così semplice da scambiare con un altro top, per non parlare delle grane con Higuain e Khedira, e un complicatissimo casting per il nuovo numero 9. Attendiamo smentite.