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A Bergamo senza Vlahovic e neanche Milik. Nel derby, ancora senza il serbo ed anche senza Chiesa. Come si può pensare di desiderare (cit. Allegri) di partecipare alla corsa al titolo se ad ogni turno di campionato la Juventus si presenta in campo con l’attacco dimezzato? Peggio, privo delle sue punte migliori. Quelle, tra l’altro, che coi loro gol dovrebbero perlomeno garantire la conquista dell’obiettivo minimo stagionale (o massimo, dipende dai punti di vista): l’accesso alla prossima Champions League.

Già con l’intera rosa sana e a totale disposizione , considerando le non esaltanti  prestazioni recenti , qualche dubbio sul livello competitivo della squadra c’era, dubbi che ovviamente crescono nel momento in cui si continuano a perdere pezzi per strada. O si fatica a recuperali del tutto, vedi  Vlahovic : messo ko per quasi l’intera stagione da una fastidiosa pubalgia, adesso è alle prese col mal di schiena forse indotto dalla prima.  Ha saltato l’Atalanta, salterà pure il Torino. Adesso si è fermato pure Chiesa. Niente di particolarmente preoccupante, solo un affaticamento, ma essendosi manifestato alla vigilia del derby é consigliabile non forzare e, quindi, evitare il rischio di peggiorare la situazione. Risultato: Chiesa out.

Contro il Toro l’attacco bianconero sarà quindi formato da Milik e Kean, uno appena recuperato (si spera) da un  problema al polpaccio e  l’altro non ancora al 100% (come notato già a Bergamo) dopo una decina di giorni di stop. Primo cambio, Yldiz. Oppure, il turco subito in campo dietro alla prima punta. Per il pragmatico Allegri sono più che sufficienti per giocare un derby.

Chiunque sarebbe un minimo preoccupato nell’accingersi a giocare un derby senza i migliori, Allegri invece ha provato ad ostentare ottimismo. Provato, perché appena nella conferenza di vigilia si è andati sul tema dei troppi infortuni (muscolari o fisici che siano) ha palesato essere quello un nervo ampiamente scoperto.  Ha rifiutato di sentir parlare di “catena di infortuni”, mentre il problema è reale, soprattutto in una stagione in un cui alla Juventus si gioca solo una volta a settimana. “Che vuol dire? Gioca come sempre chi sta bene”. Peccato che alla Juve ce ne sia sempre uno con un problema, ai muscoli (Chiesa) o al polpaccio (Milik) o alla schiena (Vlahovic) o alla tibia (Kean).  

Certo, può succedere, ma alla Continassa accade con una frequenza maggiore di altre parti. Ad Appiano e Milanello, pur giocando la Champions, si infortunano  meno. Così come a Castel Volturno.  Alla Juve capitava già l’anno scorso, e sta ricapitando ancora.

Forse – e lo diciamo sottovoce (ma non da oggi)  - qualcosa non sta funzionando, a livello di preparazione così come di recupero fisico. Non vuol essere un’offesa verso nessuno, però è un dato di fatto: per un motivo o l’ altro, troppi calciatori finiscono spesso ai box. O vengono preparati e curati male, oppure sono fragili. Delle due l’una.
La risposta però non può essere “qual è il problema?”