Mi spiego. C’è chi sta leggendo l’affare Chiesa in maniera di rapportarlo e di sovrapporlo allo storico caso di Roberto Baggio che nel 1990 incendiò letteralmente Firenze subito dopo l’annuncio della cessione del “Divin codino” alla Juventus. Un paragone che non regge per tutta una serie di motivi che sfuggono alla cruda realtà delle operazioni commerciali tra società. Intanto, cosa non da poco, l’atteggiamento dei due giocatori in questione. Chiesa sta operando con ogni mezzo per fare in modo che la Fiorentina lo liberi affinché lui possa raggiungere la squadra che più desidera. Baggio, allora, oppose una resistenza tenace alla sua cessione dichiarando di non essere minimamente disposto a tradire la città e il popolo che lui amava venendone a sua volta amato. Un distinguo fondamentale per la corretta lettura di due vicende diversissime tra loro.
A seguire e per comprendere il perché alla fine Federico Chiesa, suo malgrado, resterà alla Fiorentina almeno per un altro anno esiste la realtà della società viola il cui azionista di maggioranza, l’americano Commisso, non può oggettivamente esordire con una grave mutilazione tecnica dell’organico. Esattamente la situazione opposta nella quale si trovava la Fiorentina al tempo di Baggio con la famiglia Pontello ormai praticamente dimissionaria e con Vittorio Cecchi Gori ancora in attesa sull’uscio di entrata. Il paradosso semmai si trova nella figura dei due diretti interessati. Baggio che voleva restare andò via. Chiesa che vorrebbe partire resterà. In ogni caso, comunque, questa volta non ci saranno sommosse di piazza.