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Non c'è dubbio che la nota dolce, forse l'unica, dell'amara serata juventina sia l'entrata in campo di Federico Chiesa. Mezz'ora di Chiesa alla Chiesa si può dire; scatti, accelerazioni, dribbling. Qualità che nessuno ha nella rosa bianconera come il classe 1997. Una fotocopia di quanto visto sempre all'Olimpico ma contro la Roma poche settimane fa. La Juve che è sotto, Chiesa che entra e cambia la partita ma con lo stesso esito finale, la sconfitta. C'è una domanda allora che il mondo Juve si fa e a cui Allegri dovrà presto dare una risposta.

Quando Chiesa non sarà più part time? Perché che l'ex Fiorentina possa essere decisivo a gara in corso  è un dato di fatto, così come che questo possa però non bastare. Dietro questo utilizzo ci sono ovviamente ragioni fisiche che richiedono massima prudenza nei suoi confronti ma non solo. Allegri da sempre cerca di tenersi una carta decisiva da usufruire nel finale di partita e Chiesa rappresenta il prototipo perfetto nel piano strategico dell'allenatore.

Questa Juve però, ha necessità di imprevedibilità e maggior pericolosità offensiva. Soprattutto nelle grandi partite, quando 25 minuti di Chiesa possono non bastare e ne servirebbero di più. Magari, cambiando anche modulo con un 4-3-3 che metta i big nelle migliori condizioni. Fino a qui, solo 4 presenze da titolare per il giocatore, mentre altre quindici volte è entrato dalla panchina. Scelta obbligata? Spesso si, ma c'è di più. Tempo di domande e di risposte che Allegri è chiamato a dare.