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Una boccata d'ossigeno lunga venti minuti. Le mani sul volto più e più volte, come se avesse bisogno di toccare concretamente il momento che stava per vivere. Federico Chiesa è tornato: ha rivisto il verde del campo, ha riascoltato il boato dello Stadium. Ha vestito, per la prima volta, la maglia numero 7 della Juventus. Tutto è tornato immediatamente naturale, la sua irruenza una dolce constatazione: nessuno ha più messo l'anima che ci metteva lui, e per tutto questo tempo la sua è stata l'assenza più ingombrante nei pensieri di Massimiliano Allegri. Da sempre amante dei guizzi, più che dei giocatori. 

IL PRE PARTICOLARE - Le parole di Allegri nel pre si sono sciolte alla vista dei convocati: il tecnico ha ammesso che senza l'infortunio di Kean, alla fine, probabilmente c'avrebbe pensato due volte prima di chiamarlo. Poi però si è lasciato andare alle sensazioni: Chiesa gliene aveva date. Così la paura di farlo atterrare in un pianeta di marziani ha fatto spazio alla consapevolezza: proprio in mezzo a quei marziani Chiesa ha meritato il diritto di esserci, con gol e prestazioni, con un Europeo da protagonista. E forse se lo sentiva, il debutto: si è visto anche da com'è entrato in campo, per ultimo e alla fine aggregato persino ai titolari. Aveva una voglia matta di calciare in porta. Alla fine, ha evitato

IL BOATO DELLO STADIUM - Sembrava il preludio a una serata da passerella, in realtà è stato solo l'antipasto - soprattutto sugli spalti - di cos'è stata la serata della Juventus. Chiesa si è piazzato in panchina: ha visto, ha sofferto, ha esultato dopo Bonucci e poi è tornato a scendere gli scalini che portano dalla panchina a bordocampo. Lui in piedi, e poi lo stadio intero. Applausi e cori l'hanno accompagnato a ogni saltello, uno dopo l'altro è aumentata la temperatura corporea e quella della gara. Le sensazioni hanno portato ancora Allegri a sceglierlo: la partita era in bilico, Federico le spacca per natura. Dentro in un boato. E subito la prima occasione, poi la seconda, poi a combattere con Ramos e alla fine quasi a conquistarsi un rigore. Presente e attivo, elettrico come solo lui sa diventare. E' stata solo la prima serata e già la Juve ha vestito un colore differente: quello della speranza di riavere il suo miglior giocare, fino a ieri solo virtuale e oggi meravigliosamente reale. Ci vorrà tempo, ma è un primo passo d'adrenalina. Servirà a tutti.