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"Ne resterà soltanto uno". Viene in mente la famosa frase di Highlander nel riflettere sul momento di Federico Chiesa, che sembra davvero non essere più lo stesso di un tempo. Posto che i suoi problemi fisici dovrebbero essere alle spalle, almeno sulla carta, anche oggi contro il Frosinone l'esterno classe 1997 ha messo in campo una prestazione sconcertante, sicuramente non all'altezza del suo valore. La sua insufficienza in pagella, insomma, pesa più di quella attribuita a ogni altro giocatore della Juventus. Perché è innegabile che, in un momento in cui anche Dusan Vlahovic è tornato prepotentemente decisivo, ci si aspetta molto di più da Chiesa, uno dei bianconeri che tutti speravano potesse rappresentare un pilastro di questa squadra.
 

Juve, il 'rapporto' tra Chiesa e Allegri


Ma perché la citazione iniziale? Perché la sensazione che continua ad albergare nell'animo di molti è che all'origine dei problemi di Federico ci sia un'incompatibilità di fondo con Massimiliano Allegri, che si ostina a schierarlo come seconda punta anziché dargli la possibilità di agire da esterno puro in un vero tridente offensivo come in Nazionale, dove ha dimostrato di poter dare il meglio di sè. Entrambi - lui e il tecnico - sono in scadenza nel 2025. Ed entrambi si troveranno a breve a dover riflettere sul loro futuro, che può essere lontano dalla Juventus. O almeno per uno dei due, appunto. Non è un caso, infatti, che già nei giorni scorsi si sottolineava come Chiesa non trovasse una vera collocazione nel 3-5-2 di Allegri, costretto perfino a lasciarlo in panchina quando a reclamare giustamente spazio è Kenan Yildiz.

"Un altro anno così è impensabile", si diceva in riferimento all'azzurro, che effettivamente rischia di rovinarsi proprio in quello che dovrebbe essere, vista l'età, il momento apicale della sua carriera. O lui o Allegri, quindi, nella Juventus del prossimo futuro. A meno di un radicale cambiamento di pensiero che però, ad oggi, sembra decisamente lontano.