LEADER - «Intanto abbiamo capitan Danilo, che è il più saggio di tutti. E poi elementi d’esperienza come Szczesny o come Rabiot che, a sua volta, dà tanti consigli tra le mura dello spogliatoio. Sono loro quelli che parlano di più, che comunicano con tutto il gruppo. Certo, io sono al quarto anno a Torino e, assieme a compagni come Vlahovic e come Milik, che viene molto ascoltato, cerchiamo di dire la nostra e di fare più possibile gruppo».
VLAHOVIC - «Eravamo già grandi amici a Firenze, fin da quando lui era ancora in Primavera, per cui è stato molto bello ritrovarlo in bianconero. E insieme, lì davanti, siamo anche partiti piuttosto bene. Come sta? Sì sì, tranquilli: Dusan sta molto bene!».
JUVE SENZA COPPE - «È una Juventus alle prese con una situazione particolare, insolita nella storia del club. Ma lo è soltanto perché l’Europa ci è stata tolta dopo averla conquistata. Due volte, per altro, visto che anche con il -10 ci saremmo comunque qualificati per la Conference League».
CHAMPIONS - «Eh... le guardo, le guardo. E rosico pure un po’, ma soltanto perché quel palcoscenico l’avevamo meritato e ci è stato sottratto. Il Milan è arrivato quinto e ora disputa la Champions soltanto perché a noi è stata tolta...».
ANNO GIUSTO - «Sono certo che questo sarebbe stato l’anno giusto a prescindere, perché ero già focalizzato sulla nuova stagione all’indomani degli impegni con la Nazionale a giugno. Il periodo di vacanze mi ha fatto molto bene dopo sei mesi difficili, ma fin dall’estate il mio unico pensiero era quello di tornare al più presto in campo per fare un grande ritiro estivo. È l’unica cosa di cui ho parlato con Giuntoli, quando ha assunto il nuovo incarico e mi ha telefonato: “Direttore, mi serve una grande preparazione per tornare in forma”».
ALLEGRI - «Appena ci siamo incrociati, in ritiro, Allegri è stato il primo a dirmi che mi vedeva molto bene fisicamente. E infatti adesso mi sta dando grande fiducia, con tutti gli asp etti positivi che ne conseguono anche a livello mentale».
PRESSIONE - «Se mi piace? Sono venuto a Torino apposta!».
FUTURO CAPITANO - «Il nostro riferimento adesso è Danilo, che è un grande giocatore e soprattutto un grande leader. Per ora la fascia è sua e io non ci penso».
PREMIER LEAGUE - «L’unica voce che ho sentito in estate, ad essere sincero, è stata proprio quella del direttore Giuntoli, con cui abbiamo concordato come la priorità fosse preparare al meglio la nuova stagione. L’inglese, tutt’al più, mi aiuta per comunicare in maniera fluida con McKennie e Weah all’interno dello spogliatoio!».
GOL - «Intanto ho l’obiettivo di migliorare il mio massimo score personale, quindi voglio superare quota 10 gol. Con la Juventus, invece, dobbiamo pensare a entrare nella prossima Champions. Poi, certo, da sognatore quale sono mi piace sempre alzare la posta in palio... Anche se ho cambiato ruolo, in realtà, il mio primo pensiero continua ad andare alla prestazione per la squadra, il gol non è che una conseguenza secondaria. Allegri mi ha sempre spronato a stare di più dentro la partita, a non abbassare l’attenzione per 100’, e ora sento di esserci arrivato. Mi focalizzo soprattutto su questo: aumentare la concentrazione, per alzare l’asticella, è fondamentale. Mi sento maturato, adesso: mi serviva sicuramente esperienza, ma probabilmente anche un’età maggiore».
LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA