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Dalle anticipazioni dell'autobiografia, fino all'intervista. Giorgio Chiellini si è raccontato a Repubblica

VOGLIA DI RIPARTIRE - "Devo confessarlo: a casa con le mie tre donne, mia moglie e le due bambine, sono stato benissimo. E quando la Juve mi ha richiamato alla Continassa mi è piombata la tristezza addosso. Però mi è bastato uscire con la macchina allo svincolo di Venaria perché mi si riaccendesse subito qualcosa. È stato bello ricominciare".

CAMPIONATO - "Ripartirà? Non ne ho idea. Questa pandemia ci sta insegnando a vivere il presente, ad adattarci a cambiamenti quotidiani, a ragionare su un futuro di due mesi al massimo. Avevamo comunque bisogno di ripartire, non è semplice e l'ho notato in compagni più giovani di me".

SENZA TIFOSI - "Se penso a tre mesi senza tifosi mi passa la voglia. Ci vorrà una forza mentale sovrumana e difatti mi chiedo: ma perché lo devo fare? Ma anche: e perché no? È il nostro lavoro e dobbiamo adattarci, come anche a tutto il resto".

BIOGRAFIA - "Il ricavato andrà per i disabili. Se gli si mostra pietà si irrigidiscono, invece hanno la forza di scherzare su loro stessi. E sono capaci di farti domande cattivissime, perché non hanno tabù".

BAR DI LIVORNO - "Allegri ne è il classico frequentatore. Lui entra e gli dicono: non capisci 'na sega, ma perché fai gioca' il Chiellini, fa proprio ca'are. A Livorno c'è un'irriverenza naturale di cui a Torino non c'è traccia".

BALO E FELIPE - "Non volevo parlar male di nessuno, ma se non l'avessi fatto avrei nascosto una parte di me. Loro due sono quelli quelli che mi hanno deluso