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"Sono nella mia casa e rivedo la famiglia e gli amici: penso di aver fatto la scelta giusta e ora voglio regalarmi il tempo giusto. Mi mancavano le persone con cui ho condiviso tanti momenti. A Los Angeles resterò fino a giugno, poi Torino sarà la città in cui vivrò: è sempre stata casa mia e torneremo qui", questo il programma che l'ex capitano della Juve, Giorgio Chiellini, racconta nell'intervista alla Stampa

SUL RITIRO E AVER LASCIATO LA JUVE - L’idea era di farlo un attimo prima che me lo dicessero gli altri. Volevo prendere una decisione autonoma, per questo ho lasciato la Juve due anni fa. Ci vuole un compromesso tra essere un peso e un aiuto. Mi avrebbe fatto piacere giocare con Bremer e Gatti. Anche loro avrebbero apprezzato: ci sentiamo, c’è una stima reciproca grandissima".

ALLO STADIUM DA 'TIFOSO' - "Ci sarò il 30 dicembre per Juve-Roma. Sarà la prima volta perché l’anno scorso, quando tornavo per le vacanze, non c’erano partite causa pausa Mondiale. Sarà un piacere tornare. Eviterei grandi cose, voglio stare tranquillo in tribuna senza niente di più. Vorrei godermela un attimino da tifoso".

SULLA STAGIONE DELLA JUVE - "Alla grande! Le ho viste tutte le partite e stanno andando bene: c’è solidità, compattezza, voglia… Lo spirito c’è sempre stato, solo che l’anno scorso è stato anomale per mille motivi. È difficile giudicare la stagione, quando c’è stato quel togli e metti in classifica: chiunque sarebbe andato in tilt. Il senso di vincita c’è e non aver cambiato nessuno, ha dato quel senso in più di appartenenza perché l’hanno vissuto sulla loro pelle. Sono ferite che ti porti dietro e adesso c’è grande senso di rivalsa.Non mi aspettavo fossero così in alto e così vicini all’Inter, stanno facendo qualcosa sopra la normalità"

LE CRITICHE - "Sono i soliti discorsi, c’è un momento in cui si discute si gioca bene e un altro che si gioca male… Mi ricordo quando ce la giocavamo con il Napoli e venne fuori questo dibattito: un po’ lo capisco, perché quando c’è un’egemonia così forte tutti tifano per il cambiamento. Era successo anche a noi, quando vincemmo lo scudetto con Conte nel 2011/12: è fisiologico, eravamo simpatici perché non vincevamo da tempo e le milanesi avevano festeggiato tanto".

SUL FUTURO E LA NAZIONALE - "Non ho deciso ancora che cosa farò, ma non credo l’allenatore. Nazionale? C’è Gigi Buffon, la Nazionale è in buone mani".