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Un continuo vortice di produzione di giocatori, un esperimento che ha funzionato sotto ogni punto di vista. Da Huijsen e Soulé, ma anche Nicolussi Caviglia e Fagioli. Loro due che sono stati allenati da Mauro Zironelli, che li ha avuti sotto la sua ala nella prima stagione della Next Gen, la 18/19.

Zironelli ha però specificato come il merito di questo progetto, anzi di un programma, sia di una persona che fin da subito ci ha creduto: “Avevamo fatto un programma. Cinque giocatori che avessero la possibilità di allenarsi e giocare in prima squadra. L’obbiettivo era quello che ogni anno almeno quattro o cinque di loro giocassero in Next Gen, ma che fossero disponibili anche per la prima squadra. La conseguenza è che ci fosse un cambio generazionale, un turnover di questo livello. Credo che l’obiettivo sia stato raggiunto e questa è una cosa che ha creato all’inizio Cherubini. Questo merito per me è stato suo. È stata un’idea sua da quando è arrivato alla Juventus. Questo prodotto è stato merito suo, un’idea giusta perché abbiamo visto anche elementi come Illing. Giocatori che producono, che stanno producendo e che sono arrivati dal nulla”. 



Montero nuovo tecnico della Juventus Next Gen.
"Sicuramente è una scelta giusta, perché dà continuità al lavoro suo con la Primavera e si troverà meglio rispetto ad un allenatore che arriva da fuori. Una scelta giusta, che dà continuità al lavoro. È normale che la Next Gen abbia prodotto dei giocatori come era in programma, per la prima squadra. Ci è voluto un po’ di tempo, ma poi abbiamo visto che molti ora sono in pianta stabile con la squadra maggiore come Fagioli.

Fagioli ha giocato un anno sotto la sua guida, come lo vede nella posizione di regista?
"Quello è il suo ruolo. Non ha quelle capacità di corsa per fare la mezzala d’inserimento. Però è un giocatore che vede cose gli altri non vedono. Io ho sempre detto che quello era il suo ruolo, che doveva fare il regista e mandare dentro gli altri".
 
Che ricordo ha lei della Next Gen?
"Avevo un anno di contratto, si trattava di un esperimento e feci un anno proprio per questo, non si sapeva se sarebbe andato avanti. Quasi tutto il gruppo aveva avuto degli infortuni l’anno prima, è stata l’occasione giusta per iniziare perché avevano dei giocatori in casa. Non è stato semplice perché abbiamo dovuto programmare tutte le cose con l’inserimento dei giocatori in prima squadra e con gli allenamenti. Poi però dopo due-tre mesi abbiamo preso il giro. Abbiamo condiviso delle cose con la Primavera e a cascata con gli Allievi per poi trovare un equilibrio ottimale nel girone di ritorno". 

Lei ha allenato Nicolussi Caviglia, che quest’anno è rimasto in squadra.
"L’ho fatto esordire, con me ha fatto tre-quattro partite e poi è andato in prima squadra perché era un periodo in cui stava molto bene. Giocatore mentalizzato e bravissimo ragazzo, tanta passione. Merita sicuramente di avere la maglia della Juve addosso. Rimaneva tre ore in campo per provare a calciare e lanciare. Ha avuto qualche infortunio di troppo quando è andato in prestito, ma ha mentalità e tecnica non inferiori ai grossi giocatori".
 
Prova orgoglio nel vedere Fagioli e Nicolussi in prima squadra?
"Sì. Mentre Fagioli era già nel giro della prima squadra, era andato in tourneè con loro in America e l’avevano già visto, Caviglia invece era in Primavera. Stava facendo bene e in quel periodo a me mancavano dei giocatori a centrocampo. Lo feci esordire ad Arezzo, credo che abbia fatto anche gol in una partita bellissima. Ha inanellato altre prestazioni importanti e ha poi esordito in prima squadra". 

L’esperimento Under23 sta dando i suoi frutti. L’Atalanta ha seguito l’esempio e ora anche il Milan ha inserito l’Under23 nella Serie C. Il calcio italiano sta finalmente dando spazio ai giovani? 
"Certo, guarda anche l’Atalanta che ha fatto esordire diversi giocatori. È una cosa da cui trae giovamento la prima squadra perché comunque alza il livello, perché hai dei giocatori che stanno facendo già il campionato di Serie C, giovani e che comunque hanno la possibilità di migliorarsi giocando con i campioni. È una cosa reciproca che farà sicuramente bene. Noi abbiamo fatto il primo anno che quando giocavamo fuori casa le squadre erano in sciopero perché c’era questo campanilismo. Ci sono delle nazioni in cui le Under 23 giocano tra di loro, come l’Inghilterra, ma sicuramente ci sono molte più Under 23 rispetto a noi. Però abbiamo iniziato a vedere giocatori che fanno l’esordio in Serie A a 16 o 17 anni. Questa è una cosa importante, speriamo che migliori".