TALENTI - «Se hai la fortuna di aver preso dei talenti, di quelli rari che fanno la differenza, non devi venderli. Per quanto tu possa guadagnare nel cederli, resta difficile pensare che riesca a trovarne altri tanto bravi. È un rischio. Se hai gente come Batistuta, Rui Costa, Chiesa o Toldo è giusto provare a tenerli. Io l’ho sempre fatto. È decisiva l’abilità del presidente, ma è molto importante anche la componente di amore, di tifo, che purtroppo tranne poche eccezioni in Italia si sta perdendo».
VLAHOVIC - «Mai, io avrei senza dubbio tenuto sia lui sia Chiesa. Avevo il padre, avrei coltivato anche il figlio, due campioni! Vedrete cosa faranno insieme alla Juve. Federico sulla fascia va veloce, mette dentro tanti palloni, quando rientrerà sarà una grande risorsa. Se la Fiorentina li avesse tenuti avrebbe potuto costruirci sopra una squadra veramente forte».
BAGGIO - «Ai tempi dei tempi, quando prendemmo la Fiorentina (suo padre Mario guidò il club dal ’90 al ’93, n.d.r.), Baggio era stato appena ceduto dai Pontello. Lui era proprio legato a Firenze, gli dispiacque andare via. Venne una volta a cena e mi disse: “Come faccio ad andare alla Juventus?”. Ma alla fine se la cavò bene, recuperò il rapporto grazie anche a quella sciarpa viola raccolta la prima volta che tornò al Franchi. Certo, Vlahovic è andato via da pochissimo tempo e questo non aiuta a stemperare gli animi. È stata una questione di soldi, voleva andare in una squadra che gliene dava di più e la Juve che ogni stagione scende in campo per lo scudetto e le coppe europee poteva offrirglieli. Ma ricordiamoci che Vlahovic non è Baggio, è un buon giocatore, ma il suo valore si capirà solo nelle partite più difficili».
ULTIMO TROFEO NEL 2001 - «Ne vinsi due da presidente, più una Supercoppa. Andare avanti in questo torneo ora sarebbe molto importante. Come finisce stasera? La Juve è più forte, ma non c’è una differenza tale da escludere che i pronostici possano essere rovesciati...».