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Franco Causio e la sua numero 7 bianconera. L'esterno si è raccontato a Tuttosport, dichiarando: «Continua la saga! (ride) Potrebbe diventare il numero magico della storia Juventina (ride). Comunque mi fa piacere: quindi dopo FC7 e CR7 ora c’è DV7». 
 
VLAHOVIC - «Eccezionale. Mi ha stupito il carattere: se non ne hai uno molto forte non fai 19 gol a Firenze, sapendo che poi saresti andato alla Juventus. Gli dico solo di non arrabbiarsi così platealmente quando sbaglia e di giocare di più per la squadra, visto che rispetto alla Fiorentina, la Juventus ha attaccanti con cui poter collaborare di più. Ma ha tempo per migliorare, in fondo ha giocato solo tre partite e ha un maestro come Allegri che lo valorizzerà di sicuro». 
 
IL TORO COME QUELLO DI UNA VOLTA? -
«Mmmm sì, c’è un po’ di grinta, ma il Toro di una volta era un’altra cosa! Dopodiché Juric sta lavorando molto bene, ma c’è ancora tanto da fare a livello di gioco e continuità. Mi sembra che stiano costruendo in prospettiva, con molti giocatori giovani: ha tutto una sua logica, ma va dato loro tempo». 
 
DYBALA - «Diciamo che non sarei arrivato a questo punto, perché uno come Dybala non si porta a scadenza. Dopodiché credo che la Juve abbia la situazione sotto controllo e non credo in un divorzio: Dybala è troppo innamorato di quella maglia. Deve prendere in mano la squadra. È abbastanza maturo per farlo: quando gira fa la differenza, ma è ancora un po’ discontinuo». 
 
MORATA - «Finalmente è nel suo ruolo! Partendo da sinistra e accentrandosi dà il meglio di sé. Non è mai stato un centravanti, ora garantisce un rendimento importante». 
 
DERBY E BOTTE - «Ma no! Sì, vabbè, erano derby, quindi partite dure, giocate con grinta e ferocia, ma non ci siamo mai picchiati. C’era troppo rispetto fra di noi e ci conoscevamo bene. In fondo eravamo la Nazionale. Bearzot pescava nove undicesimi della squadra a Torino». 

A CENA INSIEME - «Sì, ma senza esagerare. Noi avevamo il nostro ristorante, il Due Mondi, loro andavano da Urbani. Che poi erano a due passi l’uno dall’altro, ma erano il nostro e il loro territorio. Ne parlavo qualche settimana fa a cena con Claudio Sala». 
 
BONIPERTI - «Caldo, ma il più nervoso era sempre Boniperti. Quanto lo soffriva il derby! Non riuscivamo a calmarlo, doveva pensarci il dottor La Neve».