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Parola a Don Winslow. Ma chi è? Si tratta di un ex investigatore privato, che ha lavorato a stretto contatto proprio con la Polizia di Las Vegas, ma anche di uno scrittore di libri dal successo internazionale, soprattutto di uno. Stiamo parlando di “Lady Las Vegas”, libro tra i più celebri tra i polizieschi americani che ha delle curiose somiglianze con il caso Ronaldo-Mayorga, in cui il portoghese è accusato di molestie sessuali. Tuttosport ha voluto intervistare l'autore del libro, Don Winslow appunto, in questo dualismo tra realtà e finzione.
 
Don Winslow, è d’accordo sul fatto che ci siano somiglianze tra il caso Ronaldo e il suo libro “Lady Las Vegas”? 
«Devo premettere che sono sempre restio a esprimere opinioni su casi d’attualità in cui tutto ciò che so è quello che ho letto sui media (e con questo non intendo denigrare i media). In nome della totale trasparenza, devo anche dire che ho degli stretti legami con il Dipartimento di Polizia di Las Vegas, per il quale ho grande considerazione. Una volta fatte queste premesse, comunque, direi che alcune somiglianze ci sono: in entrambi i casi una donna più debole accusa di stupro un uomo molto potente, in entrambi i casi le vicende si svolgono a Las Vegas». 
 
Il suo libro anticipava di anni argomenti ora di grandissima attualità e legati al movimento MeToo. 
«In un certo senso, ma uno dei punti fondamentali del movimento MeToo è che queste aggressioni e molestie si sono verificate nel corso di molti anni. Accadevano (e facevano notizia) mentre scrivevo Lady Las Vegas, e nel frattempo sono cambiate ben poche cose. Le stesse cose accadevano anche mentre Cervantes scriveva “Don Chisciotte”, mentre Shakespeare scriveva “Misura per misura”, che è una delle grandi opere letterarie in tema di molestie sessuali e abusi di potere. E ora che ci penso, accadevano mentre Euripide scriveva “Le troiane”. Insomma: mentre scrivevo Lady Las Vegas, scrivevo dei miei tempi. Purtroppo, da allora i tempi non sono ancora cambiati». 
 
Lei è sempre estremamente meticoloso nel documentarsi e nel cercare informazioni prima di scrivere i suoi romanzi: il personaggio di Polly Paget, la ragazza che accusa l’uomo potente e famoso, è frutto delle sue ricerche? E succede spesso a Las Vegas che una donna accusi un Vip, con successivi dubbi tra l’eventualità di un effettivo abuso e i dubbi di un ricatto? 
«Dunque, il personaggio è emerso dalle cronache e dai fatti di quel periodo, con sullo sfondo il background di alcuni dei miei vecchi casi di quando ero un investigatore privato. Quanto alla seconda domanda, non so se certe cose accadono più spesso a Las Vegas che altrove; ma penso che in ogni posto in cui c’è concentrazione di denaro, beh, là troverai uomini ricchi e potenti. Quindi non dovrebbe essere una sorpresa che i casi che fanno notizia tendano ad essere concentrati in luoghi come Las Vegas, New York e Hollywood. Però fermiamoci un attimo e consideriamo i casi che non fanno notizia: quelli accadono ovunque». 
 
Cosa pensa a proposito della vicenda Ronaldo-Mayorga? 
«Ancora una volta, sono restio a commentare un caso in cui non ho esaminato direttamente gli atti o in cui non ho parlato con i protagonisti o i potenziali testimoni. Questi casi sono complicati: in assenza di prove forensi generalmente si tramutano in situazioni di “lui ha detto-lei ha detto” che difficilmente è possibile risolvere. Statisticamente le false accuse di stupro sono rare, ciò nonostante esistono. In linea generale i casi come quello in cui è coinvolto Ronaldo, così come altri cali, sono battaglie combattute soprattutto sui media e, sempre di più, sui social media. Il famoso tribunale dell’opinione pubblica. Ma l’opinione pubblica non è e non dovrebbe essere un tribunale». 
 
Quale delle due parti in causa si affiderebbe al suo Neal Carey, se potesse? 
«Considerando la differenza di potere e le dinamiche della narrativa noir, che prende sempre le parti dello sfavorito: probabilmente miss Mayorga. Questa è la tradizione, nel noir, e uno dei suoi più grandi motivi di vanto. Anche se, pur non volendo essere ripetitivo, devo ricordare che è sempre pericoloso comparare i romanzi e la finzione con i casi reali». 
 
E allora chiudiamo restando sulla finzione e sui romanzi. Ha mai pensato a una nuova puntata della saga di Neal Carey? 
«Ci penso molto. Mi manca, Neal. Ma non lo riporterei indietro così, tanto per farlo. Dovrei avere una ragione valida, la storia giusta. Tuttavia ho imparato con grande fatica a non dire “mai” su quello che scriverò o non scriverò. Mi sono già dovuto smentire diverse volte. Dunque diciamo che potreste rivederlo, Neal».