LA STRATEGIA DIFENSIVA - Tuttavia, resta un grande punto interrogativo sulla strategia difensiva di Pogba. Confermerà le rivelazioni emerse nelle ultime ore, che indicavano l'uso di un integratore consigliato da un medico amico e nascosto alla società? Gli avvocati e gli esperti hanno avuto giorni per studiare il caso, ma rimane il dubbio sulla scelta di Pogba di richiedere le controanalisi. Sebbene fosse suo diritto farlo, una rinuncia avrebbe potuto rappresentare un segno di apertura verso il sistema e la sua credibilità, magari preparando il terreno per un processo meno litigioso. La sorpresa è che sembra difficile immaginare che Pogba abbia assunto consapevolmente una sostanza sintetica ormai facilmente rilevabile dai test antidoping. La leggerezza con cui avrebbe agito suscita perplessità. Pertanto, diventa fondamentale comprendere la sua linea di difesa e le possibili attenuanti. Al momento, il punto di partenza dell'indagine non è favorevole per il calciatore, che rischia una squalifica di quattro anni in caso di assunzione consapevole, riducibile a tre anni in caso di ammissione.
NON INTENZIONALITA' - Pogba cercherà di dimostrare in primo luogo la "non intenzionalità," il che potrebbe portare a una riduzione immediata della sospensione da quattro a due anni. Inoltre, potrebbe negoziare ulteriori sconti attraverso un "accordo riservato non riproducibile" che richiederebbe l'ammissione del reato e la ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all'assunzione inconsapevole. L'atteggiamento della procura antidoping guidata da Pierfilippo Laviani in merito a un possibile accordo rimane da vedere, ma una volta stipulato, sarebbe inappellabile, se ottenuto l'assenso della Wada. Nella "lettera di deferimento," la procura antidoping dovrà presentare la sua accusa a Pogba, concedendogli 20 giorni per rispondere e potenzialmente negoziare un ulteriore sconto con un'ammissione circostanziata. In caso contrario, si procederà al processo sportivo davanti al Tribunale Nazionale Antidoping o alla richiesta di un'udienza unica presso il Tribunale Arbitrale dello Sport, ma quest'ultima opzione richiederebbe l'approvazione di Nado Italia e della Wada.