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Demetrio Albertini, a Gazzetta parla del caso Kessie

COME INSIGNE - "La vicenda Insigne ce lo ha insegnato. Lorenzo ha comunicato la sua scelta per il futuro, ma continuerà a giocare nel Napoli con lo stesso attaccamento alla maglia e la stessa professionalità, fino alla fine. E’ difficile calarmi nei panni di Franck. Io sono cresciuto nel Milan, ho un senso di appartenenza diverso probabilmente. Però Kessie è stato e resta un giocatore importante per la squadra di Pioli. Giudicare è inutile, penso però che la chiarezza sia il concetto da tenere a mente in questo tipo di situazione".

I FISCHI - "Prolungare la comunicazione spazientisce chi osserva ma è interessato ai fatti. Sarebbe più semplice dire “non rimango perché...”. Se ha deciso di scegliere un altro progetto, Kessie potrebbe dirlo. Palleggiarsi le responsabilità non serve. I fischi? Nel momento in cui un giocatore scende in campo è giusto metterlo nella condizione di esprimersi nel modo migliore. Diciamo che contestarlo in questo momento è fuori luogo e non fa bene al Milan, oltre a non far bene al giocatore. Veste la maglia del Milan, quindi è giusto sostenerlo. I fischi si sentono eccome e non fanno piacere. Credo non abbiano fatto piacere neppure a Kessie, che è un giocatore fortissimo, non bisogna mai dimenticarlo. Se così non fosse, nessuno si prenderebbe la briga di contestarlo: è chiaro che i tifosi lo fischiano perché sono dispiaciuti per un eventuale addio. Non so giudicare la vicenda da altri punti di vista perché non conosco le condizioni. Ripeto, ognuno è libero di fare le scelte che vuole in carriera, ma comunicarle ufficialmente sarebbe più rispettoso".