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Antonio Conte continua a non trovare il bandolo della matassa. Certo, ci sono le assenze, ma una squadra che ambisce a strappare lo scettro alla Juventus dopo i nove scudetti consecutivi, e un allenatore da 12 milioni di stipendio che ha fatto il diavolo a quattro con la società nella coda post-lockdown della scorsa stagione, dovrebbe riuscire a trovare una quadratura del cerchio e trasmettere ai suoi la giusta serenità e schierare i giocatori nella maniera più razionale possibile.

I RISULTATI - Invece, in questo inizio di Serie A ha racimolato 11 punti in 6 partite (pur sempre più della Juve di Pirlo, che deve però giocare domani con lo Spezia) frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e il ko nel derby. In Champions ha due pari su due partite (contro Borussia Moenchengladbach e Shakhtar Donetsk) e oggi ha dovuto riacciuffare il 2-2 a San Siro contro il Parma. I nerazzurri sono a tratti "arruffoni" e in difesa a volte steccano. E i tifosi interisti ancora si chiedono come sia possibile che un top manager non riesca a trovare il modo di mettere in campo un giocatore delle qualità di Christian Eriksen.

CLIMA TESO - E il clima con la dirigenza non sembra essere tornato all'idillio completo. Nelle parole di Marotta che ha lanciato il suo j'accuse per il rigore non fischiato su Perisic (propiziato però anche da un'osservazione dello stesso allenatore di ieri...), ha però buttato lì un'osservazione en passant sul fatto che la prestazione non sia stata adeguata e che di questo avrebbe parlato il mister... Ed eccolo Conte nel post-partita, a parlare in effetti della partita (senza tirare in ballo l'episodio arbitrale, questo gli fa onore) e a lamentare imprecisioni e mancate rincorse agli avversari da parte dei suoi giocatori. Insomma, il neofita Pirlo stenta, ma anche la superstar Conte non brilla.