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Di sicuro stare al comando della Juventus nell’attuale travagliata stagione non è facile, questa è una doverosa premessa da fare.
Che Allegri stia facendo di tutto per mantenere sereno l’ambiente bianconero nonostante quello che sta gravitando intorno alla Juve negli ultimi mesi è indiscutibile.
Che però la squadra juventina giochi male, a tratti malissimo, non è assolutamente giustificabile anche perché questo problema non è una questione dell’ultimo periodo, anzi.
Praticamente da quando Allegri è stato richiamato sulla panchina bianconera le partite da ricordare in casa Juve si contano sulla punta delle dita. 
E’ un problema ormai atavico e quindi ci stanno assolutamente le critiche ben formulate e dettagliate come quella espressa a caldo da De Grandis negli studi di Sky dopo la deludentissima prestazione di Europa League contro il Nantes.
E non scrivo questo perché Stefano oltre ad essere uno stimato collega è anche un caro amico, no. Assolutamente no.
Lo scrivo perché non è tollerabile presentarsi con quel tono arrogante e rispondere in malo modo dopo non esser riusciti a vincere contro la 13ma in classifica del campionato francese soprattutto in questa fase in cui l’Europa League è diventato l’obiettivo principale di stagione della Vecchia Signora per distacco.
Quando si gioca così male, quando si falliscono obiettivi a ripetizione è assolutamente normale ricevere critiche. Poi, è vero, ci sono e ci saranno sempre anche le critiche prevenute (basti pensare ai giudizi espressi nei programmi della Bobo TV contro Allegri) ed esclusivamente a quelle si può rispondere anche per tono.
Negli altri casi invece assolutamente no. 
Il ruolo del bravo giornalista non è quello di “sviolinare” il potente o l’amico di turno ma bensì di analizzare, entrare nel dettaglio, fare domande anche scomode quando necessarie con l’obiettivo di capire e far capire a chi ascolta e guarda.
Questa storia del “corto muso” poi, in tutta sincerità, ha davvero stancato perché vincere a tutti i costi non è l’unica cosa che conta, bisogna anche vedere come e contro chi lo si fa.
Dire che la Juve è sempre stata uno dei migliori attacchi sotto la sua gestione, in un campionato assai mediocre come quello italiano, è chiaramente una banalità perché con gente a disposizione come Tevez, Dybala, Morata, Cristiano Ronaldo, Vlahovic, Chiesa e Di Maria ci mancava solamente il contrario.
Ad Allegri per tempo ha fatto comodo questa parodia del “musetto”, basti pensare al modo in cui la Juventus stessa ne annunciò il ritorno sulla panchina bianconera. La verità è che finché la squadra vinceva gli si perdonava tutto, anche l’osceno spettacolo messo in opera.
Oggi non più, ma non perché ai tifosi non piaccia vincere 1 a 0 o 2 a 1, ma semplicemente perché le gare della Juventus sono quasi tutte uguali, di una noia pazzesca, giocate sotto l’incipit della calma e mai all’arrembaggio a cercare di chiudere la partita con l’enorme potenziale offensivo a disposizione.
Se Allegri non riesce a capire questo poi di certo non può prendersela con chi glielo fa notare.
Se in questo momento le critiche nei suoi confronti sono diminuite è solamente perché i tifosi bianconeri hanno capito il difficile momento fuori dal campo per la Juventus. In condizioni normali quella di quest’anno sarebbe stata giudicata, ad oggi, praticamente come stagione fallimentare o quasi. Con le attenuanti del caso invece è lecito aspettarsi almeno una prova di orgoglio in Francia.
E’ sul campo che Allegri deve rispondere alle critiche non con arroganza ai microfoni delle televisioni.
@stefanodiscreti