Che partita si aspetta?
«Con un chiaro favorito, la Juventus, che però dovrà fare una grande partita per vincere: il Valencia non è partito bene ma la Champions è sempre un’altra storia, in città c’è grande entusiasmo e la squadra è buona».
Le armi migliori della squadra di Marcelino?
«La rapidità nella transizione: Rodrigo, Guedes e Soler hanno fiato, gamba e piede. Non hanno problemi a correre e hanno la tecnica per farlo con intenzioni serie. La Juve farà la partita ma deve stare attenta, il Valencia non va sottovalutato».
E i problemi?
«L’assenza di Kondogbia, uno dei migliori lo scorso anno. Uno importante tatticamente e fisicamente. E poi la coppia di difensori centrali: Gabriel Paulista e Diakhaby non sembrano bene assortiti. La Juve ne può approfittare».
Come vede la Juventus?
«Mi piace tanto. È una grande squadra perché anche quando soffre rimane sempre in partita. Vuol dire che è matura per qualsiasi traguardo».
Champions compresa?
«Chiaro. Questo è l’obiettivo legato all’arrivo di Ronaldo. Il portoghese non è mica andato lì a vender magliette, vuole vincere. Si sta ancora adattando, un periodo di conoscenza che c’è per tutti. Il campionato italiano poi è il più duro a livello difensivo. Un torneo differente richiede del tempo per imparare a muoversi. E lo stesso vale nell’altro senso, per i compagni di Ronaldo: devono sempre guardarlo, vedere dove va. Hai preso Ronaldo perché vuoi qualcosa in più, ma devi dargli libertà e adattarti a lui».
E Dybala?
«È uno di quei giocatori che hanno un po’ tutto ma che può avere un futuro importante solo se sarà bravo a trovare continuità. Il giocatore forte si vede anche quando gioca male e lui deve superare quello scalino».