NEMICI - "Il nemico principale del nostro calcio è appunto, il risultato in senso lato: il timore di una retrocessione può scatenare istinti insospettabili - scrive nell'edizione odierna del quotidiano -. Segue il rosso, inteso come debito, perdita o esposizione delle banche, ma anche assenza di liquidità: per evitare di versare qualche mensilità, 4, ci sono presidenti che sarebbero disposti persino a telefonare a Spadafora o a Ricciardi".
POPULISMO - "Il terzo nemico è il populismo che anima quelli che inodano di offese e minacce la Figc, Lega e Gravina e subito dopo riempiono di complimenti quelli del Grande Affossatore che ieri ha fatto intendere che il Governo potrebbe addirittura donare soldi alla Serie A. Il paradosso è che il calcio italiano, consapevole delle difficoltà del Paese, non ha mai invocato aiuti di quel genere: si è limitato a richiederne spalmature delle perdite, benefici d'imposta, la sospensione per due anni della norma che vieta le sponsorizzazioni e la pubblicità del betting, unico caso in Europa".