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In queste ore in casa Inter si è accesa una vera e propria faida, che però non coinvolge ne la società, ne tantomeno i giocatori. Il riferimento va in particolar modo alla tifoseria della Curva Nord, che stando a quanto accertato dal ROS prevede una lotta tra due fazioni per il controllo del gruppo direttivo. Si tratta di individui affiliati a CasaPound e i membri degli Hammerskin, collegati al movimento Lealtà e Azione. Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, a capo di tutto ci sarebbe Domenico Rosa, noto ai più come Mimmo Hammer, che secondo i giudici ha legami con le organizzazioni criminali, contrastato a sua volta da Giacomo Pedrazzoli. Quest'ultimo, oltre ad avere legami con Lealtà e Azione, è stato un membro del gruppo ultras Irriducibili, affiliato agli Skins interisti.


LA VICENDA


Tutto ha avuto inizio con il sequestro del cellulare di Matteo Ardolino, ex membro di CasaPound ed ultras dell'Inter. Ma le vere tensioni tra i neofascisti arriveranno dopo la morte dell’ultras nerazzurro Daniele Belardinelli, a seguito degli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli il 26 dicembre 2018. Questo ha generato lo scioglimento della direzione della curva, facilitando l’ingresso di Vittorio Boiocchi, collegato a Cosa Nostra e assassinato il 29 ottobre 2022.  Ardolino insiste sull’importanza di continuare a mantenere buoni rapporti nonostante gli episodi avvenuti, tenendo in considerazione una serie di cambiamenti all'interno della Curva. Da li inizierà una serie di incontri tra  Ardolino, Clemente e Polacchi per discutere delle questioni legate allo stadio. L’obiettivo è quello di convincere Boiocchi ad inserire Ardolino nella curva con un ruolo di rilievo. 


LA DICHIARAZIONE

Alla fine del 2019, gli sforzi sono stati ripagati, con lo stesso Ardolino che afferma:

"Clemente chiamerà lo zio (Boiocchi) e mi daranno un ruolo di rilievo, ci sono buone possibilità… gli Hammer sono stati respinti".