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I caos si sono fatti casi. E se volete, va bene pure la versione contraria. In ogni caso è stata una settimana a prova di resistenza: sia per l'Inter, sia per la Juve. Che con qualche tentennamento di troppo sui rispettivi campi, si sono poi ritrovate a dover concentrare le ultime energie nel far sgonfiare le enormi bolle mediatiche. Scoppiate, sì, perché poi è risultato inevitabile. Ma in qualche modo contenute, soprattutto sul versante bianconero. 

LE STORIE DI CONTE - E' ormai celebre lo sfogo di Conte dopo la sconfitta dell'Inter contro il Borussia Dortmund (qui le parole). Il tecnico non solo non le ha mandate a dire, ma ha avuto anche l'ardire di puntare il dito contro 'avversari' specifici - parte della dirigenza e qualche giocatore -, persone e personaggi che gravitano attorno al mondo nerazzurro a cui facilmente qualcuno ha fatto ricondurre il suo sfogo. Marotta se n'è uscito con eleganza: 'Siamo con il mister'. Ma non poteva dire altro, ed è stato come nascondere macerie (e non polvere) sotto al tappeto. Macerie di un terremoto bello potente. 

QUESTIONE CRISTIANO - La situazione di Ronaldo è diversa, ma non in modo profondo. Alla base ha le stesse pecche: mancanza di rispetto verso i 'colleghi' e un ego che definirlo spropositato sarebbe davvero poca roba. Se terremoto è stato, qui parliamo di scosse d'assestamento. Nonostante fosse CR7, si è parlato di un giocatore semplicemente arrabbiato per una sostituzione, per giunta arrivata per motivi fisici e non solo legati alla prestazione che il portoghese stava fornendo fino a quel momento. Come un ago con un palloncino: finita così, senza nemmeno una multa. E la palma d'oro se la prende Sarri: che capisce il momento e che mantiene un aplomb fuori anche dal suo ordinario. Differenze sostanziali, non trovate?