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Mauro Camoranesi, ex Juve ora allenatore del Tabor Sezana, ha parlato a Tuttosport, commentando la ripresa del campionato e anche tanti temi di mercato. 
 
RIPRESA - «L’aspetto più difficile è quello mentale, soprattutto quando in squadra hai diversi giocatori a scadenza di contratto. Alcune situazioni le abbiamo risolte, mentre alcuni ragazzi finiranno questa stagione a scadenza, sapendo perfettamente che il prossimo campionato lo giocheranno altrove. Questo è un problema che riguarderà un po’ tutti i campionati e molti calciatori: noi allenatori, con l’aiuto dei dirigenti, dovremo essere bravi a far trovare a ognuno di questi ragazzi il giusto equilibrio emozionale per chiudere al top le ultime partite di questa annata. Un finale così è una novità e dovremo adeguarci tenendo concentrati i giocatori a scadenza sul campo e non sul mercato». 
 
MERCATO - «Incide? Nel caso di Pjanic, no. Parliamo di un giocatore esperto, super professionale e molto importante per la Juventus. Visto tutto quello che potrebbe vincere in questo finale, non credo penserà ad altro». 
 
CHI CI GUADAGNA - «Pjanic-Arthur? Penso entrambe. Sono due giocatori molto dotati tecnicamente. Pjanic è più esperto e nella Juventus è ben inserito. Arthur, invece, dovrebbe ambientarsi». 
 
CHI VINCE - «Ho letto un’intervista di Lippi su Tuttosport e mi trovo d’accordo con lui. L’intensità, giocando ogni tre giorni e in estate, non potrà sempre essere quella della prima parte della stagione. Per cui mi aspetto che facciano la differenza la strategia, il maggior possesso palla e la tecnica. Juve sempre favorita? Sì. Perché, al di là di tutto, i valori sono quelli. La Juventus, prima dello stop forzato a causa dell’emergenza sanitaria, era in testa con merito perché ha dimostrato di essere la più forte. Adesso, in base a come andrà il finale, potrà arrivare prima o seconda, però non mi aspetto grandi sorprese. Se dovessi fare un pronostico, direi Juventus ancora prima. Perché i campioni restano campioni e chi li ha sarà sempre il favorito». 
 
UOMO SCUDETTO - «Sulla carta, tutti. Però se devo fare un nome, dico Douglas Costa. Per caratteristiche fisiche e tecniche, soprattutto se riuscisse a trovare continuità, può essere determinante. Giocatori come lui possono essere ancora più decisivi in questo contesto». 
 
5 CAMBI - «E sinceramente non le capisco… (risata). Le grandi restano grandi a prescindere dal numero delle sostituzioni. È una novità che aiuta il gioco, non le big. Ci sono due possibilità. O uno accetta di finire il campionato così. O altrimenti, se non lo trova giusto, si ritira in partenza». 
 
CHAMPIONS - «Negli ultimi anni non è stata una questione di formula del torneo, ma di pura sfortuna. La Juventus è andata in finale due volte, nel 2015 e nel 2017, e in un caso ha trovato il Barcellona di Messi al top, nell’altro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo al massimo. Può succedere di tutto, ancora più del solito. Se la Juventus supera il Lione, la rivale più dura sarà l’Atletico Madrid. La pensavo così prima della pandemia e ne resto tuttora convinto».