Sì, alcuni fatti erano noti, ma a vedersele snocciolate tutte insieme, le intercettazioni e le dichiarazioni (da quelle dei dirigenti fino agli arbitri e ai magistrati), beh, fanno una certa impressione. Gli episodi che sembravano marginali, ora diventano una mole sconcertante di testimonianze. Tutte concorrono ad una certa affermazione: la Juventus non era la sola a parlare con gli arbitri e non c'era alcuna “cupola” juventina, anzi. Inoltre, nelle stanze delle istituzioni sportive aleggiava un motto: “Chi vince troppo, fa male allo sport.” A quel tempo chi vinceva troppo era la Juventus, quindi chi legge può trarre da sé la facile conclusione.
Comunque lui a tacere non ce l'ha fatta: Massimo Moratti, fra lo stupore e lo scandalo, s'è domandato come fosse possibile che proprio la Juventus avesse ed abbia l'ardire di accusare l' Inter.
Per la verità, chi accusò l'Inter d'illecito sportivo, nella sua relazione di 77 pagine (di cui ben 24 dedicate ai nerazzurri), del 2011, fu l'allora procuratore federale Stefano Palazzi, con un particolare riferimento ai comportamenti del tesserato Giacinto Facchetti. Come era andata a finire si sa: con la prescrizione, accettata di buon grado dalla società nerazzurra.
Allora, come oggi, ci dispiace per l'ex presidente, non fu la Juventus ad accusare l'Inter e a dire che Moggi non era il solo reprobo. Oltre alla relazione del procuratore Palazzi, lo attesta una serie di registrazioni e dichiarazioni di Bergamo, di Carraro, dello stesso Facchetti, Meani, Petrucci (allora presidente del C.O.N.I.) ed altri ancora, che direttamente o indirettamente, tira in ballo altre società. E da ultimo ci sono le dichiarazioni “definitive” dell' ex capo della Procura di Napoli, Lepore: “C' erano altre squadre, quasi tutte diciamo la verità. Dopo la Juventus era pronta l'Inter.” Possiamo anche aggiungere come non sia la Juventus a dire che le indagini private di Moratti furono ritenute “illegali”, ma è l'ex designatore Bergamo: “Non erano legali queste indagini, hanno dato origine a richieste di risarcimento danni”.
Perciò Moratti il “perché” delle accuse alla sua squadra non lo deve domandare alla Juventus, ma ad altri. A molti altri.