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A volte il calcio sa essere crudele nel vero senso della parola. Quando sei lì, che stai toccando il traguardo e riesci a metterlo a fuoco nel suo tipico componimento a scacchiera, ma ti ritrovi improvvisamente lontano da esso. Eppure non ti scomponi, sguardo alto e si torna a lottare. Questa è stata la carriera di Riccardo Calafiori, un ragazzo che ha vissuto sulla pelle quell'esperienza e che non si è scoraggiato. Zaino in spalla e testa alta, ha ricominciato da dove aveva lasciato. Fino ad ottenere la maglia dell'Italia
 

Il terribile infortunio 


Nel 2018 Calafiori è un ragazzo come tanti altri. Gioca nelle giovanili della Roma con costanza e disputa anche le gare europee di categoria. Tutto procede per il meglio. Eppure qualcosa lo rallenta. Come? Un infortunio terribile piomba addosso al giocatore, che all'epoca giocava come esterno. Sì, è la rottura del legamento crociato. Non solo quello però. Calafiori si è rotto tutti i legamento, anche quelli della capsula e del menisco. 

Un infortunio gravissimo, che però non demoralizza il ragazzo. La riabilitazione è lunga, circa un anno. Torna in campo nel 2019 contro la Primavera del Chievo. Da lì è un crescendo, entra anche nelle convocazioni della prima squadra. Gioca la prima gara in massima serie contro la Juventus nell'ultimo match della stagione 19/20, dove si vede annullato anche un gol. L'anno successivo trova anche la prima rete contro lo Young Boys. Un tiro da fuori area che si infila nell'angolino. La luce in fondo al tunnel brilla, emana luce fortissima. Lo spazio però è poco.
 

Genoa e Basilea


Le qualità ci sono, ma il minutaggio serve. Il club giallorosso decide di mandare il ragazzo a Genova, sponda rossoblù per la stagione 21/22. Un'annata complicata, in cui il ragazzo viene frenato da una serie di infortuni, oltre che a delle scelte tecniche, che di fatto non gli permettono di trovare continuità. Chiude la stagione con tre presenze. Lì si apre però un'altra porta. Ad aprirla è il Basilea, che lo acquista a titolo definitivo dal club giallorosso. 

Qui inizia la rinascita, la seconda per il giocatore. In Svizzera, lontano dai riflettori, si impone come titolare nella formazione elvetica. Gioca come terzino, ma viene impiegato anche nella difesa a tre. Le prestazioni sono di livello, Calafiori torna a brillare intensamente. Una luce così forte che non sfugge al Bologna di Thiago Motta. 

Bologna, la consacrazione e l'Italia


I rossoblù pagano 4 milioni di euro per Calafiori. Il Basilea ottiene una percentuale sulla futura rivendita pari al 4%. Calafiori torna così in Italia dopo l'anno positivo in Svizzera. Inizia con una panchina la sua nuova avventura, poi qualche scampolo di gara con Verona e Napoli. Poi è un'ascesa continua. Thiago Motta lo coccola, lo fa crescere, lo esalta come difensore moderno. Un crescendo di prestazioni che lo portano a fine stagione ad essere convocato da Spalletti per Euro2024. 

In Germania il mondo si accorge di Calafiori. Si accorge delle sue letture in difesa, della sua precisione difensiva e nei passaggi, come un orologio svizzero. Con l'Albania e con la Spagna è tra i più positivi nonostante l'autogol contro le Furie Rosse. L'apoteosi arriva con la Croazia allo scadere. Un passaggio da trequartista che apre la porta a Zaccagni. Cadute, stop, imprevisti. Seguite sempre da una rinascita. Calafiori, il ragazzo che come l'araba fenice, rinasce dalle sue ceneri. Fino ad ottenere la maglia più importante, quella azzurra. In attesa di capire il suo futuro con i club.


 



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