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Ah, quindi c'è vita sul pianeta Juve! Per carità, la prestazione contro il Lecce non ha fatto brillare gli occhi a nessuno. Ma quantomeno - un po' come era già accaduto a Bologna, dove però il risultato finale aveva suggerito di ridimensionare ogni giudizio positivo - ha restituito la sensazione di una squadra con del potenziale, forse del tipo "brava ma non si applica", che contro avversarie non eccessivamente proibitive ha tutte le possibilità di dire la sua e di imporsi, magari anche barcollando ma senza cadere.

Una Juve "nuova", in un certo senso, diversa da quella che i tifosi si erano abituati (loro malgrado) a vedere in questa stagione con Massimiliano Allegri, spesso arrendevole, poco propositiva, incapace di costruire in maniera continua e pericolosa. Il canovaccio ora, almeno a giudicare dalle ultime due uscite, racconta di una formazione che allo stesso tempo crea e concede di più - in certi casi anche troppo, da quest'ultimo punto di vista - ma che almeno mostra qualche segnale di "vita", con spunti potenzialmente interessanti e intuizioni corrette (che poi andrebbero anche concretizzate, ma questo è un altro discorso).

Dove si era nascosta questa versione della Juve? La vera risposta ce l'ha solo Massimiliano Allegri, o forse nemmeno lui. Fatto sta che, pur con la consapevolezza che qualche accorgimento sia più che necessario, questa squadra fa almeno spuntare un timido sorriso. La strada, poi, è ancora lunga. Ma forse in fondo al tunnel, senza dirlo a voce troppo alta, si inizia a intravvedere una luce...