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Dopo la fine del mercato di riparazione, la Juventus era attesa dall'esame di riparazione di San Siro, per esorcizzare definitivamente la sconfitta in campionato dopo la quale sono arrivate solo vittorie (e clean sheet, fino al gol incassato stasera da Lautaro Martinez e ribaltato da CR7 per il 2-1 finale) e mettere un'ipoteca sulla semifinale di Coppa Italia.

Ma cosa è cambiato rispetto a quel bruttissimo 2-0 di 16 giorni e 5 partite fa? Dobbiamo essere obiettivi: l'altra volta c'erano Lukaku e soprattutto Hakimi. Diciamo "soprattutto" perché il sostituto di Lukaku, ossia Alexis Sanchez, stasera non ha affatto sfigurato, mentre il mismatch Darmian-Alex Sandro ha messo in campo valori ben diversi rispetto all'impietoso Hakimi-Frabotta.

E poi c'erano i grandi rientri nella Juventus. Quanto erano mancati i due "gemelli" Juan Cuadrado e Weston McKennie! L'esperienza e la completezza del colombiano sulla fascia destra (con tanto di rigore del pareggio procurato), il dinamismo e il tempo d'inserimento dell'americano in tutta la metà campo offensiva. Due fattori, mixati con quelli accennati sopra a proposito dei nerazzurri, hanno permesso alla Juve di alzare il baricentro e non farsi ingabbiare in un'oscura selva nerazzurra.

Anche perché il match di oggi si stava configurando quasi come un incidente probatorio di quello di campionato, con l'Inter in vantaggio dopo pochi minuti. Ma rispetto ad allora c'erano innanzitutto le differenze lampanti nelle formazioni fin qui descritte, e in aggiunta a queste ci sono state le differenti risposte di chi c'era sia allora che oggi. In particolare lui, il fuoriclasse dei fuoriclasse: Cristiano Ronaldo, che già al primo impegno del nuovo mese ha dimostrato coi fatti tutti i discorsi delle ultime settimane sul suo "letargo di gennaio" da cui poi si va in crescendo a partire da febbraio fino ai momenti clou della stagione. Doppietta nel giro di 10 minuti e risultato vincente da riportare a Torino. Serve altro?

Sì, serve che tutto il gruppo - come ben detto da Rabiot nell'intervista flash al fischio finale - dia continuità allo spirito messo sul campo stasera. Uno spirito che ha confermato quanto affermato da diversi protagonisti juventini nell'avvicinamento a questo Inter-Juve: la squadra ha capito i suoi errori rispetto al ko del Meazza. Detto fatto: al di là dei singoli, c'è stata una risposta collettiva a livello di mentalità. Qualcosa che da un lato fa molto ben sperare in vista del campionato, del ritorno all'Allianz Stadium contro la squadra di Conte martedì prossimo, e della Champions League. Ma dall'altro non deve adagiare sugli allori: anche in questa vittoria esterna sono emerse delle criticità. A partire dalle palle perse ingenuamente davanti alla difesa (Bentancur senza Arthur è tornato in apnea) e le numerose occasioni concesse ai nerazzurri.

Martedì prossimo non ci saranno i cileni Vidal e Sanchez (ammoniti da diffidati) ma torneranno Hakimi e Lukaku. Non si dovrà sottovalutare nulla, ma si può sperare nella ritrovata mentalità e in una difesa più solida, con De Ligt e Demiral non più rientranti ancora traballanti, ma riavvicinati a livelli di pieno regime. Un momento, però. Prima c'è la Roma. Appuntamento a sabato, poi si potrà ripensare all'Inter.