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Un uomo, prima che un calciatore. Gigi Buffon si racconta così in Demoni, il libro scritto da Alessandro Alciato, in uscita tra pochi giorni. In uno dei passaggi del libro l'ormai ex numero uno bianconero commenta la sua lotta contro la depressione che lo colpì tra il 2004 e il 2005. Buffon parla del primo attacco di panico, arrivato in campo contro la Reggina. Era il 15 febbraio del 2004: "Non se ne accorse nessuno - confessa Buffon - e in quel momento pensavo di essere ancora più solo. Ero in campo ma feci affidamento sul mio orgoglio, sul mio amore per il lavoro e decisi di non mollare."

SUPERARE L'OSTACOLO - "Mi sono detto: se prendi la via più facile, se non entri in campo, lo farai sempre. Rimasi in campo e feci una parata dopo pochi minuti, su Cozza. Vincemmo la partita per 1-0 e per me fu come un elettroshock. Ero bello, ricco e famoso e mi chiedevo perché non fosse successo prima. Perché in quel momento? Perché non dopo? Mi sono salvato grazie al mio orgoglio. Un giorno andai alla Galleria d’Arte di Torino e mi innamorai di un quadro di Chagall, 'La Passeggiata'. Pensai che le piccole cose potevano darmi una mano e che potevo ritrovare la gioia di vivere. Tornai il giorno dopo a rivedere il quadro. Ci vuole pazienza, non è che il male possa sparire dall’oggi al domani, come dall’oggi al domani non è venuto."