commenta
Gigi Buffon si racconta. Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, la leggenda ex Juve ha parlato così del campionato, del mercato e anche del suo ritiro: "Nessun rimpianto. Sono fatto così: quando prendo una decisione, magari anche figlia delle emozioni, vado fino in fondo. Io ho detto basta dopo il primo tempo della semifinale d’andata dei playoff Cagliari-Parma. Mi ero preparato al meglio per quella sfida e poi, per una banalità, mi sono infortunato. La vita mi stava mandando un segnale chiaro, era arrivato il momento di smettere: così ho fatto. Ripeto: senza rimpianti e con tanta felicità per ciò che ho fatto in carriera e per quanto mi è stato restituito come affetto e di successi".

CAMPIONATO - "Bello, spettacolare. Per la prima volta dopo tanto tempo non avremo una delle solite big, penso a Juve, Inter e Milan, con lo scudetto sulla maglia. Sarà il Napoli, che ha fatto un campionato memorabile, a partire in vantaggio. Sono curioso di vedere che cosa succede. Favorite per lo scudetto? Napoli, Inter e Juve. Chi lotterà per la zona Champions? Oltre a queste tre, aggiungo Milan, Lazio e Roma". 

NAPOLI - "Mi interessa vedere come squadra e città gestiranno il dopo-scudetto. Non è mai semplice. Bisogna avere la testa sulle spalle". 

INTER - "I nerazzurri partono da una certezza: Lautaro Martinez. Vicino a lui Inzaghi saprà mettere i giocatori adatti ad esaltarne le qualità. Senza Lukaku e Dzeko, ma con Thuram e Arnautovic, l’Inter è in corsa per il titolo". 

JUVE - "Osservo con attenzione e comprensibile interesse. Il fatto di non dover giocare le coppe può essere alla lunga un fattore determinante: meno partite, meno infortuni, più allenamenti". 

SORPRESA - "Mi auguro l’Atalanta. Lo confesso: ho un debole per la Dea. Mi piace la filosofia di gioco di Gasperini, mi piace la società, mi piace l’ambiente che è tutt’uno con la squadra. E poi attenzione alla Fiorentina di Italiano e vediamo che cosa combina il Bologna di Thiago Motta che, nell’ultima parte dello scorso campionato, mi era piaciuto parecchio". 

TOP PLAYER - "Dico due nomi per “fratellanza”: Federico Chiesa e Marcus Thuram. Sono stato compagno di squadra dei loro papà, Enrico e Lilian, nel Parma. Li ha visti nascere. Logico che faccia il tifo per loro. Così come lo faccio per Dybala, autentico campione". 

VINCE CHI PRENDE MENO GOL - "Chi ne prenderà di meno, anche se non è una legge matematica".

SERIE A AL TOP - "Quando ci saranno idee forti e ci sarà anche il coraggio di applicarle a qualsiasi costo. Se queste idee varranno più dei soldi, allora sì che potremo risollevarci. Sarebbe importante prendere coscienza del deficit rispetto ai campionati di altre nazioni, senza raccontarci le solite bufale". 

MIGLIOR SCUDETTO - "Il primo, nel 2001-02, perché inaspettato. Vincemmo all’ultima giornata grazie alla sconfitta dell’Inter, era il famoso 5 maggio... E poi il primo scudetto con Conte in panchina, 2011-12: quel successo ha dato senso alla mia scelta di restare alla Juve anche in B, dopo Calciopoli. Sapevo che saremmo tornati ai vertici". 

IL GIOVANE - "Baldanzi dell’Empoli. L’ho seguito nella passata stagione. Ha dei colpi che mi piacciono. Mi sembra che abbia quella strafottenza che, se non deborda, è molto importante". 

PORTIERI - "Voglio vedere la crescita di Vicario, ora al Tottenham, e Carnesecchi: hanno ottime qualità".