IL RITORNO ALLA JUVENTUS - "Credo fortemente nel destino. Quando la Juve mi ha offerto la possibilità di tornare, ho pensato: 'Madonna!'. Non si sa mai, forse c'è una ragione. Un'ultima grande storia da scrivere. E un po' di ego che tutti noi abbiamo".
IL RAPPORTO CON L'ALLENATORE - "La mia amicizia con Pirlo è molto datata. In pratica io, lui e Gattuso ci conosciamo dal 1993... Quando vinci un Mondiale e si ha questa fortuna, un rapporto si sigilla. Se lo chiamo mister? Di fronte ad altre persone sarà sempre mister. È una questione di ruoli, di rispetto, di intelligenza. Quando lasciamo il campo e usciamo insieme, allora possiamo essere Gigi e Andrea".
IL RITIRO DAL CALCIO - "Nella mia testa c'è un ultimo segnale di stop, un limite massimo, che è giugno 2023. Questo è il massimo, davvero il massimo, Ma potrei anche smettere di giocare tra quattro mesi. Ho imparato che nulla è certo nella vita. Dicono che quando si raggiunge un'età com la mia (Buffon ha 43 anni, ndr) il declino arriva tutto a un tratto, da un momento all'altro. Io non credo. Ascolto le mie sensazioni e non penso che il crollo sarà improvviso".
IMPARARE DAGLI ERRORI - "Potessi tornare indietro ci sono dei consigli che darei a me stesso. Ricordo com'ero e so come sono. Vivere le esperienze sulla propria pelle è necessario, sento di aver avuto bisogno di 'rovinarmi'. Se una persona non si rovina mai e non paga mai dazio per questo, secondo me non capisce veramente le cose. Commettere degli errori è importantissimo, e pagarli lo è ancor di più. Altrimenti resterai con un debito fino alla fine. Provare disagio è essenziale per crescere, ti fa stare male ma anche riflettere, ti costringe a guardare tutte le sfumature".
CONFIDENZE FINALI - "Quando faccio un grosso errore in partita sono davvero sconvolto. Da me stesso pretendo il massimo, se non riesco a fare le cose alla perfezione provo forte imbarazzo. Comunque devo essere sincero: non avrei mai immaginato di giocare così a lungo. Una bella storia, no?".