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Nell'ambiente bianconero bisogna ancora smaltire l'amara serata di Genova, ma il tempo a disposizione è praticamente finito, dato che tra meno di una settimana ci sarà la sfida contro il Frosinone da giocare, ancora una volta lontano dalle mura amiche. Quella contro i ciociari sarà una gara dal sapore particolare soprattutto per Federico Gatti, che è arrivato alla Juventus proprio dal Frosinone, club che lo ha lanciato nel mondo 'dei grandi'. Consacrazione che sta avvenendo in maniera definitiva in bianconero, diventando in poco tempo uno dei punti di riferimento per l'intero popolo juventino. Ad analizzare il suo processo di crescita è stato l'ex compagno di squadra e di reparto Nicolò Brighenti - ora in forza al Catanzaro - che ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva a IlBiancoNero.com, rivelando anche alcuni aneddoti avvenuti quando i due vestivano insieme la maglia del club laziale. 

Partendo dalla straordinaria stagione del Catanzaro, credete realmente nella promozione? 

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Siamo molto contenti, ma il nostro obiettivo principale rimane la salvezza. Siamo andato un pò oltre le aspettative, ma il campionato in Serie B è molto equilibrato e lo dimostra anche l'ultima partita persa contro l'Ascoli. La priorità è raggiungere la salvezza, poi, prima la raggiungiamo e prima possiamo iniziare a pensare anche ad altro. Abbiamo messo le basi per stare tranquilli, ora la nostra bravura è deve essere quella di non accontentarsi, la Serie B non ti perdona e in un attimo ti può far tornare con i piedi per terra'. 

Che rapporti hai con Gatti? Ti sta impressionando questo rendimento?

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Con lui ho un bellissimo rapporto, neanche a farlo apposta ci siamo sentiti nella settimana che ha portato alla partita contro il Napoli, dove lui ha segnato. Ci siamo fatti una bella chiacchierata, con lui ho condiviso bei momenti a Frosinone, abitava accanto a me. Era un ragazzo nuovo, appena arrivato e che veniva da un percorso diverso. Mi aspettavo potesse esplodere perchè si è fatto notare sin da subito. La bravura sua sta nella mentalità e nella fame che ha, che lo hanno portato ad essere un punto fermo nella Juventus, che non è una cosa scontata. Ci sono stati molti miei ex compagni che sono andati in Serie A e hanno fatto bene, ma allo stesso modo suo no, ha superato ogni aspettativa. Lui in poco tempo è stato bravo ad imparare e a migliorare quello che già sapeva fare e sono contento perchè sta sfruttando a pieno questa occasione. Non si sarebbe mai accontentato di fare una carriera in Serie A, ma di farla alla Juve, che è un qualcosa in più'.

Svolgevate allenamenti particolari per migliorare la fase difensiva? 

"La cosa in cui lui si è fatto notare è stata la sua grande voglia di migliorare. Si allenava sempre, prima e dopo la seduta stessa. Non lascia mai nulla al caso, anche quando è arrivato alla Juve, in quel contesto ha voluto approfondire qualsiasi tipo di dettaglio, a livello fisico, motivazionale. Lui stesso mi ha detto che quando sei li devi essere sempre al top e non puoi permetterti nessun errore quotidiano. Lavora tanto sui dettagli, anche in palestra di dedica molto. Per la stazza che he è un difensore rapido, attento e sta migliorando giorno dopo giorno. E' uno che non si accontenta mai, non gli è bastato arrivare alla Juve, vuole giocare titolare alla Juve, che sono due cose totalmente differenti. La Juve non ti da il tempo, o sei pronto o prendono un altro. Loro hanno bisogno di giocatori fatti".

Il vizio del gol lo ha sempre avuto, qual è il suo segreto in questo?

"C'è da dire che dal punto di vista fisico, in area diventa difficile da marcare. Al di là della stazza che ha, ha una cattiveria nell'attaccare la palla che è impressionante. E' voglia di andare a prenderla, di andare a colpirla, il fisico lo aiuta sicuro, ma a livello di tempismo, di cattiveria, ha una fame e una motivazione che gli permettono di crearsi queste occasioni all'interno dell'aria avversaria".

Quali sono i suoi punti deboli?

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Farei fatica a trovarli. Non perchè debba dipingerlo come un fenomeno, ma obiettivamente non ne vedo. Si può sempre migliorare, può velocizzarsi di più ma ha un fisico notevole. Ha dimostrato di saper reggere il confronto con giocatori importanti e sono sicuro che continuerà a lavorare duramente, ma non vedo punti deboli particolari. E' molto completo in tutto". 

Ti ricorda Chiellini per come reincarna lo spirito Juve?

"Per la voglia di non prendere gol, di sacrificarsi, si. Ha delle caratteristiche simile e gli auguro di ripercorrere la stessa carriera di Chiellini sia alla Juve che in Nazionale. Ha lo stesso spirito vincente, è un guerriero vero".

Quali sono state le sue sensazioni al momento della firma con la Juve?

"La cosa bella di lui è che in quel periodo era si frastornato, ma ha continuato a giocare come se non fosse accaduto nulla. Lui mi raccontò della Juve in maniera concreta e lui non ha mai avuto dubbi su chi scegliere, dato che c'era anche il Torino. Sia prima di firmare, ma soprattutto dopo, la bravura sua è stata quella di sfruttare quei 6 mesi per continuare il suo percorso di crescita, ma mentalmente non è cambiato di una virgola, è sempre rimasto lo stesso ragazzo, quello che arrivava dalla Serie C. In quei giorni che doveva firmare ha giocato partite in cui non ha fatto una piega, parliamo di una situazione che gli ha cambiato la vita e lui è rimasto impassibile".

Che rapporto ha con Allegri? 

"Può sicuramente diventare una bandiera della Juve. Il rapporto con Allegri me lo racconta e a me piace ascoltare le loro esperienze quotidiane, mi piace saperlo e sono contento che lui stia vivendo questo momento. Condivide i suoi metodi di preparazione ed è contento, sta crescendo molto, ha ottimi rapporti con tutti i suoi compagni e si sente in famiglia. Si vede anche da fuori il rapporto che ha con tutti, sono molto legati e coesi. Ha lavorato anche sull'aspetto caratteriale, saper gestire le emozioni, lo vedo molto bene e sono sicuro che farà grandi cose. Dopo la partita con il Napoli gli ho detto: 'Se questi sono i risultati chiamiamoci più spesso (ride n.d.r)".