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Belli e vincenti. Per la prima volta, almeno in campionato, il pubblico juventino è uscito dallo stadio alla fine della partita con l’aria soddisfatta dovuta alla certezza di non aver sciupato una giornata e di non aver buttato denaro inutilmente. Un piacevole regalo pre natalizio fatto dai giocatori bianconeri, nessuno escluso, alla sua gente persino inatteso per il modo in cui è stato confezionato.

TRIDENTE - Gli autori delle reti che hanno affossato l’Udinese ci hanno messo sicuramente del loro a livello individuale. Ronaldo, in particolare, ha ripreso quella confidenza con il gol in maniera autorevole per quelle che sono le sue corde naturali. Higuain, pur non segnando, ha recitato a meraviglia il ruolo della spalla che offre la battuta al primattore. Dybala si è espresso per qualità e temperamento a livelli che potevano ricordare il miglior Platini. Persino Demiral, con la sua prestazione eccellente, ha dato segni di grande dedizione alla causa bianconera e non solo alla bandiera turca.

DIETROFRONT - Queste le infiocchettature del pacco dono al cui interno i tifosi e anche i critici hanno potuto trovare la vera e grande novità. Quella che, francamente, nessuno si sarebbe atteso visti i precedenti sostenuti da una dichiarazione che pareva lapidaria e pertanto immutabile. Mai la Juventus schierata con Higuain, Ronaldo e Dybala in contemporanea. Una frase che Maurizio Sarri sembrava aver scritto sulla pietra della tavola dei suoi comandamenti. Una presa di posizione che lasciava perplessi ma che suonava come inattaccabile viste le convinzioni piuttosto khomeiniste del tecnico bianconero il quanto strategie di gioco e il suo carattere certamente poco plasmabile.

APPLAUSI - Invece, con grande sorpresa, ecco che in campo scende proprio il “tridente” dell’impossibile e la Juventus non soltanto vince ma offre finalmente al pubblico quello spettacolo promesso dalle teorie sarriane. A questo punto non resta altro da fare se non applaudire l’allenatore il quale soltanto in apparenza ha dato l’impressione di rinnegare parte della sua filosofia professionale, ma che in realtà si è limitato a comportarsi come fanno i veri saggi e vincenti mostrando di avere il coraggio e l’onestà intellettuale di cambiare quando occorre.