NETTARE - "Nasce da me, all’interno di Nèttare, un progetto editoriale che ha visto la luce un anno fa. Superata l’emergenza di Matteo ho preso coscienza di quanto sia importante la condivisione, la vicinanza e l’empatia nei momenti di difficoltà e di gioia. Nettare è uno spazio dove raccontare quello che succede veramente: è lo specchio di come sono fatta io e del mio atteggiamento con i social. Faccio fatica a dire come le cose non stanno, mi sento molto meglio nel difetto reale che non nella perfezione costruita".
IL CAMMINO - "Sì, l’anno scorso mio padre ha partecipato a un progetto di beneficienza andando in bici da Tarvisio a Trapani. Io non ho l’allenamento per andare in bici, così ho pensato a un cammino al quale tutti possono partecipare. Nella vita si cammina sempre e a qualsiasi età: non immaginavo un impegno così nell’organizzazione, ci lavoriamo da mesi con un vasto gruppo di persone. Compagnia? Non saranno sempre le stesse. Parto con un obiettivo, chiedendo alle persone di partecipare e aiutarci nella raccolta fondi ma se decidessero di donare senza camminare non importa. Non lo dico in maniera presuntuosa ma per me è più di un viaggio, è un ringraziamento, mia nonna avrebbe detto un fioretto. In molti mi hanno detto “ma sei sicura di farcela, guarda che è gravoso...”. Lo so, ma io qualche modo arriverò a Torino".
IL SOSTEGNO - "L’aiuto della mia famiglia è stato quello di non aiutarmi. Mi spiego: con Leo ne avevamo parlato tante volte di tramutare in qualcosa le nostre idee, i nostri principi. Lui mi diceva “io ti dò una mano ma finché non troverai la forza di fare qualcosa non farai mai niente”. Io ci rimanevo un po’ male per il suo modo di tirarsene fuori. E invece solo così ho trovato la forza interiore di mettere in piedi tutto questo".
UNA WAG DIVERSA - "Non voglio né avallare ne criticare, ma sono fiera di essere un personaggio anomalo. Sono considerata una persona che sta sulle sue, che non sgomita per apparire, il successo e la popolarità possono portarti a perdere il distacco dalle cose reali. Io sono la moglie di Bonucci, non soltanto non lo rinnego ma ne sono fiera, però non è quello che mi caratterizza. Per altre invece è uno status. Se ci sarà cneh qualche moglie di giocatore? Saranno presenti Carolina, la moglie di Chiellini, Alena Seredova e la moglie di Perin. In questi anni di Juventus sono passata tante persone, ma questo è il mio fulcro: abbiamo fatto la stessa strada per tanto tempo e quando il cammino è così lungo si tagliano anche i rami secchi".
LA MALATTIA DEL FIGLIO - "Non siamo andati in crisi: per mia esperienza personale non c’è nessuna coppia che si ama di più dentro una malattia o un lutto. Io e Leo abbiamo affrontato in maniera autonoma e singola il dolore, ognuno con i suoi tempi, e quando abbiamo risollevato lo sguardo ci siamo ritrovati vicini. La nostra fortuna è stata quella di non perderci grazie alla vicinanza di amici e famiglie che ci hanno arginato".
I FIGLI - "Ha praticato tanti sport, ma adesso è concentrato sul calcio. E vuole giocare in difesa come papà. Ha un talento pazzesco per la musica: è intonato, riconosce una canzona da una nota, è molto portato".
POST CAMPO DI BONUCCI - "Noi siamo molto legati ai Chiellini, i nostri bimbi sono cresciuti insieme. Quando fai una scelta devi ponderare bene, prima vengono le persone. Leo invece ha ben in mente quello che vuole fare dopo. Non ho dubbi che rimanga nel mondo del calcio, cambiando ruolo. Per Leo il calcio è la vita. Dietro a una scrivania no, lui ama il campo, vuole fare l’allenatore. Mi dice sempre “quando farò il tecnico mi dovrai ricordare...”».
L'ANNO AL MILAN - "Leo non rinnega l’anno al Milan, è stato un momento di crescita come uomo. Però il suo ritorno alla Juve è stato un ritorno a casa. Io non mi sono intromessa nelle sue scelte e l’ho sempre sostenuto, ma ancora adesso mi dice che avrei dovuto farlo ragionare".