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Prima era solito metterci la faccia. Poi è arrivato il tempo in cui c'ha messo la fascia. Sfumature sottili, neanche per un istante impercettibili. Anche perché Leo è sempre stato uno che si è fatto sentire, e che determinate parole non le ha mai nascoste tra condizionali e intenzioni. Forse il pregio più grande è sempre stato quello: aveva un cruccio, ne parlava. Sentiva qualcosa, lo confessava. Fosse anche apparito oltremodo fazioso o poco incline a certi 'piegamenti' della realtà, lui andava per la sua strada. 

MILAN - E su quell'A4, il giorno in cui ha deciso di andare al Milan, il sorriso sul suo volto era sincero e sinceramente furbo. Era arrivato il momento di brillare, di non starsene in disparte e di dimostrare che il duro lavoro avrebbe portato i meritati riflettori. Peccato che scottino, in certe notti. E che le responsabilità abbiano pesato su ambizioni e prospettive. In una maniera che non gli ha lasciato scampo o altre decisioni.

A VILLAR - I motivi del ritorno alla Juve potranno essere milioni: vanno ugualmente rispettati, senza quella strana sindrome del voler capire a tutti i costi i 'perché' del mercato. Dai motivi però si è passati all'accoglienza, e dall'accoglienza si è arrivati in campo. Tutto in un mese, infuocato e pieno di dubbi: quale sarà il ruolo di Bonucci in questa Juve? No, non quello sul rettangolo verde. Ma fuori. All'esterno. Se ci saranno proclami, ecco. Se si ridimensionerà, se in fondo riprenderà le lotte d'un tempo. Silenzio e lavoro, la risposta di Leo. Che a Villar palesa innanzitutto il suo ritardo nelle gerarchie (all'uscita di Chiellini, Dybala capitano). Che nella prima in casa, con la Lazio, alza le mani al cielo sotto la curva. Lui, che dell'orgoglio ha fatto una ragione di carriera, ha chiesto perdono per un attimo di tracotanza. 

NAZIONALE - La storia potrebbe ripetersi anche in Nazionale: dopo il ritorno di Giorgio Chiellini in azzurro, Mancini potrebbe decidere di affidare la fascia da capitano al numero tre bianconero. Teoricamente, la scelta è inappuntabile: il mancino di Livorno ha 96 presenze, Leo 16 in meno. Sarebbe un duro colpo alla sua leadership, questo. E chissà se è solo una questione di tempo e di lenti re-innamoramenti...

@cricor9