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Federico Bernardeschi si racconta. L'ex Juve, ora al Toronto FC ha parlato ai microfoni di DAZN in occasione dello speciale dedicato a lui, Criscito e Insigne: "Lorenzo (Insigne, n.d.r.) mi ha letteralmente detto che il suo desiderio qui a Toronto era quello di poter portare i suoi figli al cinema. Pensateci, a Napoli non poteva nemmeno andare al cinema".

RIMPIANTI - "No, proprio zero. Ho giocato in un top club europeo, ho vinto tantissimo, sono campione d'Europa e abbiamo fatto un qualcosa di straordinario con i miei compagni in Nazionale. Quando rivedo questo bambino, che è partito alla Fiorentina, mi chiedo quali sogni avesse allora: questi".

RIGORI AGLI EUROPEI - "Se uno ha personalità, allora ce l'ha sempre. Io mi sarei sentito male con me stesso a non calciarlo quel rigore. Poi ovviamente il mister chiede chi se la sente e chi no, in pochi se la son sentita (ride, n.d.r.). In un periodo così devi avere i c******i per farlo. Se li avessi sbagliati, ci sarebbe stato tutto il dispiacere del mondo, però sarebbe stato peggio se non avessi avuto i c******i di tirare. E' facile quando le cose vanno bene: pomparsi di ego, gonfiare il petto. Diventa più facile e scontato, ma è proprio quando le cose vanno vale che deve uscire quello che sei realmente. E' questo che conta. Quando va male. Nella camminata ti batte il cuore, il campo è infinito: è qualcosa di veramente indescrivibile. Appena ho preso il pallone in mano e l'ho messo sul dischetto, è come se tutto si fosse fermato".

TORONTO - "Non avrei mai fatto una scelta del genere se prima non fossi venuto a vedere com'era. Avevo la possibilità di rimanere in due grandissimi club in Italia. Sono Federico Bernardeschi, mi trovo a Milano e prendo un aereo con scritto 'Toronto', mica 'Los Angeles' o 'New York': quindi ci vado con la mia famiglia così, se fosse uscito qualcosa, avrei usato la scusa della vacanza. Se tra 5 anni la MLS diventa il campionato principale al mondo, cosa mi dici: ho fatto un passo avanti o uno indietro?".

CALCIO ITALIANO - "Noi in Italia viviamo il calcio forse più come un'ossessione. Noi ovviamente giochiamo per i tifosi e dobbiamo anche essere grati a questo, ma secondo me, nella vita, ci devono essere sempre dei limiti e a volte, purtroppo, noi li abbiamo un po' superati".

ALLA JUVE - "Quando entrai nello spogliatoio bianconero avevo 23 anni di 23enni non ce n'erano. Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Marchisio, Khedira, Mandzukic, Matuidi... Te ne ho citati 8 che hanno vinto il Mondiale, la Champions... Di cosa parliamo? Del nulla. A 23 anni entrare in uno spogliatoio di questa gente qui... Se sono quello che sono oggi è sicuramente grazie ad una percentuale di quello spogliatoio. Con la personalità, con il carattere, ma comunque con grandissimo rispetto".