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Attorno a Bernardeschi e alla sua presenza nel gruppo della Nazionale agli Europei si fa spesso ironia: ma che ci fa in azzurro? Visto che l’ironia confina con il sarcasmo e a volte sfocia nella cattiveria, lo juventino spesso diventa oggetto di apprezzamenti brutti, grevi, anche inaccettabili. In generale ci sembra che tutto questo sia ingeneroso, non solo dal punto di vista umano (non è scritto da nessuna parte che un calciatore, anche se strapagato, debba essere maltrattato). Pure sul piano strettamente tecnico Federico meriterebbe maggiore rispetto e superiore considerazione.

Bernardeschi ha le qualità del campione: piedi eccellenti, grande fisico, capacità di corsa. Per di più è integro e solido, di sicuro non si tratta di una campione di cristallo. Nella Juve non si è mai affermato per una serie di motivi, il principale dei quali è probabilmente un difetto caratteriale: non è abbastanza cattivo, non è determinato quanto serve, di sicuro difetta di personalità. Ma ha anche molte giustificazioni, a cominciare dal fatto che non lo hanno mai impiegato con continuità nel suo ruolo: esterno d’attacco. Dal falso centravanti - anche con Mancini - fino al terzino, da anni girovaga per il campo in cerca di un’identità che sia pure tattica. Allegri ha sempre creduto in Bernardeschi e con lui ha giocato la partita forse migliore della sua carriera, la memorabile rimonta in Champions contro l’Atletico. Il ritorno di Max alla Juve dovrebbe dunque essere una garanzia per il calciatore, ma in realtà non è e non può essere così: con Ronaldo (forse) e Cuadrado, Chiesa e Kulusevski, più Dybala e Morata, è difficile pensare che l’ex viola trovi spazio là davanti. Perciò, nonostante Allegri, a Bernardeschi conviene cambiare aria, per andare in una squadra che gli dia fiducia e lo impieghi con continuità nel ruolo che gli appartiene. A quel punto potrebbe essere lui a cancellare ironia, sarcasmo e cattiverie. Una volta per tutte.

@steagresti