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Federico Bernardeschi si racconta in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport: "Ko con l'Ajax? Una spiegazione c’è ed è la Champions: ogni squadra che arriva tra le prime 8 ha il potenziale per vincere. All’Ajax sono abituati a giocare insieme fin dalle giovanili, qualcosa che in Italia manca: da noi ci vuole in generale più coraggio. Lì si esordisce a 16 anni, qui a 20 e si parte già con un ritardo di 4... Il bello è che l’anno prossimo possiamo già rifarci: ogni stagione iniziamo sapendo di poter vincere".

ATLETICO - "Non credo di aver dato troppo prima e poco dopo: ho visto una grandissima partita e un’altra buona, in cui tutti noi abbiamo avuto difficoltà. E l’Ajax ha meritato di andare avanti".

RONALDO - "Cristiano ha dato qualcosa in più a chiunque sia entrato in contatto con lui: un campione in uno spogliatoio porta anche la sua storia e ciò che ha vinto. Anche solo vedendolo allenarsi, impari cose da inserire nel tuo bagaglio. Preferisco giocare contro di lui in partitella perché insieme è più facile: da avversario, invece, sfidi te stesso. Ronaldo può fare ombra o trasformarsi in stimolo: io ho seguito la seconda via, cercando di afferrare in silenzio tutto ciò che vedevo. Sono contento del bel rapporto che abbiamo".

CAMBIAMENTO - "No, anzi: sono molto felice perché mi sono completato, anche se ho segnato meno. Un giocatore moderno deve coltivare tutte le sue caratteristiche per diventare migliore. E saper fare più ruoli non è un limite, dà più possibilità al mister e alla squadra. Però devo essere più lucido davanti alla porta: alla Fiorentina giocavo solo in avanti, qui non posso più farlo e spendo più energie".

ALLEGRI - "Lui bacchetta tutti, fa un casino... So che devo far meglio mentalmente e so che lo fa perché mi stima molto e pensa possa dare di più. Mi piace quando mi riprende in allenamento: a volte fa battute in livornese, tra toscani ci capiamo, ma in separata sede parliamo in modo costruttivo".

DERBY - "Il derby conta sempre e vogliamo vincerlo. Non mi stupisce vedere il Toro lassù, ha sempre avuto grandi potenzialità. Mi piacerebbe che Torino avesse due club in Europa: sarebbe un bello spot. In città ora c’è un’atmosfera diversa, mi divertono i tifosi granata che mi fermano per dirmi che vinceranno: è rivalità sana. Tra l’altro, questa gara arriva in un momento particolare, tra l’anniversario di Superga e tensioni tra i tifosi: sarebbe bello che gli stadi diventassero finalmente esempi positivi".

NAZIONALE - "Abbiamo una squadra competitiva e un mister che lavora da Dio: a Coverciano si respira un’altra aria, prima c’erano solo pessimismo e sfiducia. Riportare l’Italia dove merita è un progetto lungo che passa da cose piccole: se adesso vai in azzurro felice e dai tutto per la maglia è già un primo passo. Poi arriveranno l’Europeo e il Mondiale e potremo riscattarci... Aver saltato Russia 2018, a 24 anni, è stato bruttissimo: farne uno a 28 sarà figo lo stesso, ma diverso. Io, comunque, ne voglio giocare tre: l’ultimo a 36 anni, anche a costo di portare le borracce".

RAZZISMO - "E’ pazzia nel 2019 anche solo parlarne: l’aria è cambiata, stiamo vivendo un momento brutto, quasi folle, e non si può accettare. Siamo tutti umani, ospiti su questo pianeta. Giudichiamo prima noi stessi, poi gli altri e mai per il colore della pelle. Chi è più famoso deve dare l’esempio e chi sta sopra di noi stia più attento perché ciò che dice può far uscire l’ignoranza e la cattiveria della gente. Mi riferisco a qualche politico in particolare? Nessuno. Chi vuole intendere, intenda".