LA SOLUZIONE - E’ vero, una scusante ce l’ha: non è un mediano, ma un attaccante e spesso gli fanno fare anche il terzino; così, a forza di correre sulla fascia, arriva stanco verso l’area avversaria e crossa in tribuna o la butta sul fondo. Ma, alla fine, la responsabilità è sua o del suo procuratore, perché una soluzione a portata di mano c’era: cambiare aria per un po’. Resettarsi, come si dice, in prestito in un'altra squadra dove gli avrebbero servito il pallone sulla trequarti destra e lui avrebbe tagliato per tirare (bene) di sinistro oppure gli avrebbero lasciato campo per il contropiede. Tutte cose che sapeva egregiamente fare. Invece no. Si è intestardito e ha perso un anno in rincorse inutili. Ora rischia di perderne un altro.
Bernardeschi corre a vuoto e fa quasi pena. Eppure una soluzione c'era...
E’ un problema. Non lo scopriamo ora, ma non c’è partita (dall’inizio o in corso) che purtroppo non lo confermi: Bernardeschi si perde sempre più. Martedì sera, l’ennesima conferma. Sempre lo stesso film, la stessa interpretazione. Cambiano le partite e l’assetto tattico della squadra, ma lui no. S’impegna, scalpita, corre, rincorre, quasi sempre a vuoto. Perde palloni banali, s’infila in cunicoli con due o tre avversari che regolarmente lo bloccano, effettua passaggi troppo presto o troppo tardi, quasi mai al momento giusto. E il risultato è impietoso. Sì, Bernardeschi - lo diciamo con molto rispetto - non fa nemmeno rabbia: fa pena. Ci hanno provato un po’ tutti a reinserirlo, tranquillizzarlo, ridargli una chance eppure, ogni volta, si vede in campo un giocatore in stato confusionale, che più si danna l’anima, più la perde. Forse dovrebbe darsi una calmata e fare quello che non si chiede quasi mai ovvero correre un po’ meno. Fare un bel respiro ed evitare un dribbling di troppo, provare a smarcarsi, toccare la palla una volta e non giocare al volo, capire in quale parte del manto erboso si trova. Invece s’impelaga sempre più in sgroppate inconcludenti, vittima d’un furore agonistico che lo obnubila, perché ormai appare chiaro come sia posseduto dall’ossessione di riscattarsi, di recuperare una fiducia perduta in ogni giocata che fa. Non sappiamo se alla Juventus sia prevista la figura dello psicologo. Lui comunque ne avrebbe bisogno per non lasciarlo solo a dibattersi come “un uccello preso nel paretaio” (Montale).
LA SOLUZIONE - E’ vero, una scusante ce l’ha: non è un mediano, ma un attaccante e spesso gli fanno fare anche il terzino; così, a forza di correre sulla fascia, arriva stanco verso l’area avversaria e crossa in tribuna o la butta sul fondo. Ma, alla fine, la responsabilità è sua o del suo procuratore, perché una soluzione a portata di mano c’era: cambiare aria per un po’. Resettarsi, come si dice, in prestito in un'altra squadra dove gli avrebbero servito il pallone sulla trequarti destra e lui avrebbe tagliato per tirare (bene) di sinistro oppure gli avrebbero lasciato campo per il contropiede. Tutte cose che sapeva egregiamente fare. Invece no. Si è intestardito e ha perso un anno in rincorse inutili. Ora rischia di perderne un altro.
LA SOLUZIONE - E’ vero, una scusante ce l’ha: non è un mediano, ma un attaccante e spesso gli fanno fare anche il terzino; così, a forza di correre sulla fascia, arriva stanco verso l’area avversaria e crossa in tribuna o la butta sul fondo. Ma, alla fine, la responsabilità è sua o del suo procuratore, perché una soluzione a portata di mano c’era: cambiare aria per un po’. Resettarsi, come si dice, in prestito in un'altra squadra dove gli avrebbero servito il pallone sulla trequarti destra e lui avrebbe tagliato per tirare (bene) di sinistro oppure gli avrebbero lasciato campo per il contropiede. Tutte cose che sapeva egregiamente fare. Invece no. Si è intestardito e ha perso un anno in rincorse inutili. Ora rischia di perderne un altro.