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Medhi Benatia ha parlato in una lunga intervista a Radio Bianconera. Ecco le sue parole: "Se mi manca l'Italia? Sì, avverto la mancanza ma il calcio non è mai stata l'unica cosa che conta per me. E' stato un grande piacere giocare in Italia come ho sempre dichiarato, mi mancano gli amici che ho conosciuto nelle squadre in cui ho giocato e adesso, purtroppo, non riesco molto a vederli perché sono lontano. Però, appena posso, non mi perdo una loro partita e li guardo sempre".

RITORNO ALLA JUVE - "Ho parlato con il direttore Fabio (Paratici ndr) che mi aveva chiesto la disponibilità a vestire nuovamente la maglia della Juventus, ovviamente il mio problema non era né con lo spogliatoio né con la società bensì con Allegri che mi faceva giocare molto poco rispetto a quanto mi aveva inizialmente detto. La Juve stava cercando un difensore e non era sicura di poter prendere de Ligt, io ho risposto di star bene qui in Qatar e che non avevo fatto questa scelta per tornare indietro cinque mesi dopo. E ho aggiunto, parlando con Fabio, che se c'era bisogno potevamo risentirci e vedere insieme quel che si poteva fare. Dopo, sono riusciti a prendere il difensore e per fortuna non ho dovuto prendere una decisione. Qui mi trattano veramente bene, la mia famiglia è felice e anche i bambini vengono trattati con cura. Guardo la squadra come un normale tifoso, come un amico anche perché ho mantenuto dei buoni rapporti con lo spogliatoio".

CARDIFF - "Sottovalutato la situazione? No, perché non si può pensare che una squadra come la Juventus che insegue da tanti anni la vittoria della Champions si presenta in questo modo. Purtroppo non sono sceso in campo ma ho vissuto quella serata, mi ha fatto male anche perché quell'anno l'ho giocato poco. Nel primo tempo, l'incontro era alla pari mentre nella ripresa il loro centrocampo - all'epoca il più forte al mondo - è emerso e in più Isco che tagliava in mezzo ai nostri due centrali. Senza dimenticarci della classe di Cristiano, che ha fatto la differenza. Permettimi di ribadire un concetto. Ho letto, nei giorni successivi, di problemi tra di noi accaduti durante l'intervallo tra il primo e il secondo tempo, una cosa assolutamente non vera che smentisco categoricamente. Non è successo nulla con nessuno all'interno dello spogliatoio, ricordo i miei compagni che erano molto stanchi perché avevano fatto una grande prima frazione. E poi quel Real Madrid era veramente forte e ci ha fatto quattro gol, sul terzo abbiamo un po' mollato anche perché non era importante il passivo. Conta aver perso in finale. Nessuno lo ha mai giudicato un avversario scarso e debole".

DYBALA - "Ho parlato con Paulo, anche di recente, per me è una grandissima persona ed è un talento fantastico. Ricordo tante partite vinte grazie alle sue giocate. A volte, specialmente dopo la sosta per le nazionali, pur giocando poco riusciva ad entrare e spaccava la partita. Dybala ha una classe superiore ma come tutti i giocatori deve avere fiducia e deve sentirsi bene. Io sono convinto che ha i mezzi per diventare uno dei più forti al mondo, bisognerà capire dove inserirlo perché Sarri gioca con il 4-3-3 e lui è un numero 10. Quello sì, ma con la tecnica che ha basta trovare il giusto equilibrio. Due anni fa decise da solo la sfida con il Barcellona, questo a dimostrare che quando sta bene è un top. Io gli auguro di riprendersi la Juventus, di essere felice anche perché è un ragazzo che ha sempre avuto degli atteggiamenti positivi verso tutti e i tifosi lo amano. Ad uno così puoi augurare solo il meglio, ma è chiaro che la decisione spetterà soltanto a lui".