"Ai Go Ahead Eagles (serie B), ma sembra di stare in Premier: se è così? Vero. I tifosi sono accaniti e un po’ pazzi, ti fanno sentire il loro calore. Si respira un bel clima e lo stadio è proiettato sul campo. La squadra ha ambizioni forti: vogliamo vincere il campionato e risalire in Eredivisie, un anno dopo la retrocessione. La stagione? Ho avuto un leggero stiramento. Ma a parte le prime due partite, dove sono subentrato anche perché rientravo da un ko al ginocchio risalente all’anno scorso, le altre le ho giocate tutte da titolare. Ho segnato un gol e servito due assist".
"La Primavera? Bello. L’allora tecnico Marco Baroni mi ha trasmesso tanto a livello caratteriale. Mi ha dato parecchi suggerimenti, mi ha fatto crescere. E’ simile ad Antonio Conte: è un martello pneumatico. Conte? Mai vista una grinta così spiccata. Vuole sempre il massimo da tutti, ti dà stimoli continui. E sa tirare fuori da te ciò che serve. Ricordo l’esordio in prima squadra come fosse ieri: è ancora oggi il giorno più bello della mia vita, una roba talmente veloce da non aver avuto modo di realizzare subito cosa stesse accadendo. Stavo per giocare nella Juve, la squadra per cui tifo da quando ho iniziato a capire qualcosa di calcio. Eravamo sull’1-1 contro il Genoa, mancava un quarto d’ora alla fine, Conte si gira e mi dice: “Beltrame, scaldati che entri fra due minuti”. Ebbi anche un’occasione, ma il loro portiere la sventò".
"Novara? E’ stato un anno molto utile. Poi nella Primavera bianconera sono stato convocato nell’Under 18 e da lì si sono aperte le porte della maglia azzurra".
"Rugani, Spinazzola, Mattiello? Sono miei amici. Con Leo ho legato di più al primo anno in Primavera, ancora oggi ci sentiamo. E’ un giocatore pronto per la Juve, però ha fatto bene a restare ancora un anno a Bergamo per giocarsi anche l’Europa League. Nell’Atalanta è titolare perché è forte, ha corsa, gran fisico, tecnica, una potenza devastante. Nella Juve giocavamo entrambi sulla trequarti. “Ruga” non molla, lavora sodo per migliorarsi".
"Chi mi ha colpito? Pirlo, una roba mia vista. In partita era un fenomeno, in allenamento faceva cose senza senso, che nessuno poteva neppure pensare. Magari mi risvegliassi e diventassi come lui...".
"L'idolo da bambino? Già, adoro Kakà, un giocatore incredibile. Però io sono sempre stato un tifoso juventino, da bambino piangevo quando la squadra perdeva. Come nel 2003 a Manchester...".