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Bellezza e orrore. Queste due parole, forse ancor più di croce e delizia, descrivono al meglio la prestazione di João Cancelo contro l'Ajax. Ieri sera, infatti, si sono viste perfettamente le due metà di una mela che sa essere buonissima in alcuni punti e al contempo acerba, in altri. Una combinazione difficile da trovare e da gestire, ma che sa regalare un'altalena di emozioni. Prima su e poi giù, esattamente come i suoi 90' ad Amsterdam. 

DUE FASI - Ha sbagliato tanto, in appoggio e in uscita, anche le cose più facili. E soprattutto ha regalato il gol del pari ai lancieri e a quel David Neres che ha saputo cogliere il suo stop sbagliato come invito ad inserirsi tra le maglie della difesa bianconera e pareggiare la partita. Un errore più concettuale che puramente tecnico per una palla che sa e deve gestire molto meglio. Appena entrati negli ultimi 35 metri avversari, però, tutto cambia: lì, Cancelo è straripante. Tre discese sulla destra e tre occasioni per la Juve, con Tagliafico che ha molta fatica a contenerne le iniziative e che ha speso un giallo pesante (salterà il ritorno) addirittura a gioco fermo per placcare il suo contropiede. Tutto questo fino a quella palla: bellezza vera degna di una notte di Champions, non buttata a caso nel mezzo, ma "studiata" per essere perfetta. Messa lì dove può fare male. 

LA DIFESA - Allegri lo ha difeso e coccolato nel post partita, perché sa di avere una freccia da non sprecare, per i rimproveri e gli insegnamenti c'è la settimana, ma il tempo stringe perché rischiare può costare grosso. Soprattutto ora. Ma Cancelo, oggi, è questo: a volte devastante, a volte insicuro. La vera follia sarebbe privarsene a priori.