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Dusan Vlahovic e Matthijs de Ligt sono i pilastri su cui a Juve deve e vuole costruire il suo futuro. Spalle larghe, larghissime, sia per chi è arrivato da poco e già rappresenta il futuro, sia per chi c'è da qualche anno e pur giovane si è preso la difesa con i suoi massimi gradi. Il serbo è il salvatore dell’attacco perduto, l'olandese, invece, lo chiamano tutti capitano, fra i tifosi, anche se Chiellini è ancora lì e anche se alla Juve di Allegri non funziona così. Sono loro che rialzano la Juve contro il Cagliari e che provano a blindare il quarto posto. 

IL DUO - Sono nati a sei mesi di distanza, tra l’agosto del 1999 (l’olandese) e il gennaio del 2000 (serbo) e ora si sono trovati con la stessa identica voglia di prendersi la Juve e portarla a vincere. Giocate decisive le loro in mezzo a una partita fatta di lotta, duelli e spallate. Dybala fa sbloccare il serbo, che lo abbraccia calorosamente, quasi come in ringraziamento per averlo aiutato a togliersi un peso. Quello di chi deve fare sempre gol. E ieri notte è andato a letto da capocannoniere solitario (aspettando Immobile). Mentre De Ligt segnava, oltre a guidare da leader la Juve che verrà.