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Come un piatto di köttbullar – le celebri polpettine svedesi -, ne mangi una e già hai in mano la seconda e così andresti avanti fino all’indigestione. È un po’ questa la sensazione che lascia la Juventus - soprattutto durante la prima ora di gioco -, dopo l’amichevole di questo pomeriggio contro l’Atletico Madrid. Datecene ancora, quando comincia la stagione? Calma, ancora una settimana, e poi via alle danze contro il Como. Ma la sensazione è bella, quella di volerne vedere ancora di più, di scoprire dove può spingersi questa squadra che oggi ha davvero ben impressionato finché ha avuto benzina in corpo.
 
Calato il velo fatto di acido lattico e carichi di lavoro, la Juventus è apparsa sicuramente più brillante, più vicina alla condizione giusta per iniziare la stagione ufficiale, soprattutto nel primo tempo. E poi da lì, dalle gambe più veloci e la mente più sgombra, arriva tutto il resto. La fluidità nella rotazione della linea difensiva, con Cambiaso che si sposta in mezzo e fa da regista aggiunto; la squadra che con fiducia mantiene il possesso palla, ha pazienza, non ha paura e verticalizza solo quando si aprono gli spazi. In mezzo, un sontuoso Thuram che fa tutto, detta i ritmi, verticalizza, fa da schermo: è il re dell’Alta e della Bassa Juventus, in testa ha già la doppia corona da Faraone. In generale, una macchina che ha passato il collaudo e ora sembra sempre più pronta a correre in pista.
 
Ma qualcosa da aggiustare c’è, come è normale che sia. La più evidente ha un nome e cognome: Dusan Vlahovic. Già nervoso, già impegnato in una costante lotta tra sé e sé; ma anche molto impreciso, a volte fuori dal gioco. Deve essere la stagione della svolta, molto passerà dai suoi goal: ma ancora non ci siamo. Certo, le reti è meglio sbagliarle oggi rispetto all’inizio del campionato, vedremo.
 

Atletico Madrid-Juve, cosa manca

 
E per finire c’è l’elefante nella stanza, ma non faremo finta di non vederlo, anzi. Lo indichiamo e per farlo usiamo una delle immagini di questa partita. La regia presenta le squadre prima del fischio d’inizio, tocca alla Juventus e vengono fatte vedere in grafica le panchine: in quella bianconera ci sono degli spazi vuoti, mentre gli altri sono occupati da un partente Sekulov e da un Mbangula che molto probabilmente tornerà in Next Gen. Insomma, la rosa è molto più che ristretta e il segnale è chiaro: sul mercato serve un’accelerata decisa. Serve chiudere Koopmeiners, portare un esterno alto e un difensore centrale che sia abile con i piedi e dia una mano nella prima costruzione. Insomma, servono diverse cose: è evidente a noi, è evidente ai tifosi, ma anche alla dirigenza. Da parte sua, Thiago Motta e il suo staff hanno già fatto vedere qualcosa: dategli una squadra, ci divertiremo.

 

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